Migranti, per Orlando «città è unita contro le leggi inumane» L’affondo di Meloni: «Cerca solo ribalta, si occupi di Palermo»

«Il sindaco Orlando cerca sempre la ribalta nazionale: fosse in grado di occuparsi dei problemi dei palermitani come si occupa della sua immagine nazionale forse Palermo avrebbe qualche problema in meno». La butta in sarcasmo la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, commentando i recenti attacchi di Leoluca Orlando, alle politiche migratorie del ministro dell’Interno Matteo Salvini bollate da in più occasioni dal sindaco del capoluogo come «eversive e criminogene». 

Proprio oggi pomeriggio il sindaco ha ribadito la sua posizione: «La città di Palermo è unita contro leggi inumane che generano sofferenza e colpiscono i più deboli» ha detto oggi durante la visita con l’arcivescovo Don Corrado Lorefice alla Missione di Speranza e Carità, dove il missionario laico Biagio Conte è in sciopero della fame contro un provvedimento di espulsione a danno di Paul, un migrante 51enne che vive a Palermo da 17 anni.

Il riferimento e alle politiche dei porti chiusi e alla battaglia senza quartiere alle ong, al centro di alcune direttive del leader del Carroccio che proprio non sono andate giù al professore. Nei giorni scorsi, ha annunciato così un ricorso che presenterà al tribunale di Giustizia europeo. Una battaglia in realtà strumentale per la numero uno di FdI, che non esita a rinfacciare a Orlando di «riuscire a parlare solo degli immigrati».

«Crediamo che l’unico modo serio per risolvere la questione migratoria sia un blocco navale al largo delle coste della Libia – ha proseguito in occasione è un comizio in piazza in vista delle europee del prossimo 26 maggio – e io ho personalmente già il consenso dell’Ungheria e della Polonia per ottenere strumenti, uomini, mezzi, risorse per fermare i barconi che partono. Credo che questa sia una proposta seria da fare in Europa».

«Adesso abbiamo scoperto che anche la mafia nigeriana non è un problema perché se sono immigrati possono essere anche mafiosi – ha insinuato – Io, invece, la mafia la combatto perché ho iniziato a fare politica quando hanno ucciso Paolo Borsellino, sia quella italiana che quella straniera». Infine, un suggerimento ironico al professore: «Consiglio, come ho già detto in passato a Orlando, di candidarsi a sindaco di Tripoli, così magari prende qualche voto». 

Antonio Mercurio

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