APPROVATA UNA RISOLUZIONE CHE PREVEDE, TRA LE ALTRE COSE, UNA SEZIONE OPERATIVA DI FRONTEX NEL MEDITERRANEO (A LAMPEDUSA?), LA RICOLLOCAZIONE DEI PROFUGHI SU BASE VOLONTARIA IN ALTRI STATI EUROPEI E SANZIONI PE RI TRAFFICANTI DI MORTE. GLI INTERVENTI DEGLI EURODEPUTATI SALVATORE IACOLINO E RITA BORSELLINO. DURO ATTACCO DI NELLO MUSUMECI AL GOVERNO REGIONALE: “IL CENTRO CARA DI MINEO E’ UNA BOMBA CHE POTREBBE ESPLODERE”
Una sezione operativa di Frontex nel Mediterraneo, condivisione degli oneri fra gli Stati membri, la possibilità di valutare l’applicazione del regolamento di Dublino con adeguata flessibilità, la ricollocazione volontaria di profughi su base volontaria in altri Stati membri e la previsione di sanzioni efficaci nei confronti dei trafficanti di morte.
Sono alcuni punti degli indirizzi politici espressi nella risoluzione congiunta in materia dimmigrazione approvata ieri dal Parlamento europeo in seduta plenaria.
La tutela del migrante viene assicurata dalla risoluzione che richiama espressamente i valori della solidarietà e della responsabilità degli Stati membri nei confronti dei Paesi, come l’Italia, sottoposti a pressione migratoria spesso nelle mani di reti criminali, afferma leuroparlamentare del Ppe, Salvatore Iacolino, vicepresidente della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni, in vista del Consiglio europeo di oggi e di domani.
Va pure sottolineato – aggiunge Iacolino – che la legge Bossi-Fini, per quanto più volte chiamata in causa anche per il profilo relativo al reato di clandestinità, abbia scarsa rilevanza sulla gestione integrata dei migranti e sulla disciplina del diritto d’asilo oggi regolamentate a livello europeo.
E il successo delliniziativa del Ppe – conclude Iacolino – per un riconoscimento della cooperazione tra gli Stati membri, essenziale per garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto dei diritti dei profughi.
Il Parlamento europeo oggi (ieri per chi legge ndr) – sottolinea l’eurodeputata del gruppo S&D, Rita Borsellino, leader di Un’Altra Storia – ha rimesso al centro del tema dellimmigrazione i valori della solidarietà e del rispetto dei diritti umani. Ha detto no ai respingimenti e a quelle normative, come la Bossi-Fini, che criminalizzano i soccorsi in mare. Adesso, mi auguro che le altre istituzioni europee e tutti gli Stati membri diano seguito a quanto fatto a Strasburgo con azioni concrete ed efficaci per impedire nuove tragedie nel Mediterraneo.
Questa risoluzione – aggiunge – ha ricevuto un consenso bipartisan, a testimonianza che su temi come quello dellimmigrazione si devono e si possono superare le contrapposizioni politiche. Il rispetto dei diritti umani è un valore assoluto che non può essere sacrificato sullaltare degli interessi di parte. Mi auguro che questo possa accadere anche in Italia, chiudendo una volta per tutte la triste pagina della legge Bossi-Fini.
Sempre in tema di migranti interviene il parlamentare regionale, Nello Musumeci, leader dell’opposizione a Sala d’Ercole (anzi, forse uno dei pochi deputati di opposizione del’Ars, visto che mezzo Pdl, sottobanco, appoggia il Governo di Rosario Crocetta). Musumeci si sofferma sui disordini avvenuti nel centro di accoglienza Cara di Mineo (che poi, in realtà, il Cara è molto di più di un centro di accoglienza per immigrati).
“La latitanza del governo regionale, dopo la rabbia degli immigrati esplosa al Cara di Mineo – dice Musumeci – appare del tutto irresponsabile. Al di là delle competenze specifiche a carico della Regione, la situazione drammatica che si è determinata in quella struttura deve indurre il presidente Crocetta a far sentire la sua voce al ministero dell’Interno per chiedere di disinnescare una ‘bomba’ che potrebbe esplodere da un momento all’altro”.
“La lentezza con cui si procede ormai da un anno al riconoscimento dello ‘status’ degli immigrati ospitati nel Centro del Catanese – aggiunge il leader dell’opposizione all’Ars – non concede più spazio ad alcun alibi. Roma intervenga con la nomina di altre commissioni e con l’invio di altre forze dell’ordine, affinché questo pesante clima di tensione creatosi nel sovraffollato Cara di Mineo non debba ancora penalizzare le comunità locali”.
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