Sono migliaia i lavoratori metalmeccanici che stanno partecipando al corteo organizzato dalla Fiom e dalla Cgil stamattina a Palermo. Sono arrivati da tutta la Sicilia con 15 pullman. Appuntamento in Piazza Croci da dove le tute blu, insieme con cittadini di altre categorie sociali, si stanno muovendo per percorrere le vie del centro.
In testa al corteo, il leader nazionale della Fiom, Maurizio Landini, che prenderà la parola in piazza Verdi dove è previsto il suo comizio e dove ad attenderlo ci sono anche gli studenti: «Dalla Sicilia vogliamo dire che le politiche che il governo sta facendo sono sbagliate, – ha detto Landini ai microfoni delle agenzie di stampa – non solo perché rendono facili i licenziamenti cancellano lo Statuto dei lavoratori, ma perché il governo non ha alcuna idea di sviluppo e di nuovo modello di sviluppo».
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Il leader della Fiom ribadisce il suo «NO»categorico a scendere in campo in politica: «Io in politica? No. Non ci penso proprio. Lavoro nel sindacato e penso che sia importante perchè il sindacato, la Cgil e la Fiom si riformi. Il mondo del lavoro è troppo diviso e contrapposto e io mi sento impegnato in questa battaglia». Poi accende i riflettori sulla vertenza di Termini Imerese «Noi non abbiamo firmato accordi che prevedevano la chiusura di Termini Imerese e abbiamo contestato le scelte della Fiat. Mi auguro che nei prossimi giorni si possano avere garanzie e certezze di investimenti su Termini Imerese, che ancora non ci sono. Questa è una battaglia non solo siciliana, ma nazionale. Noi, vogliamo dare voce ai problemi dei metalmeccanici in Sicilia. Problemi che vive tutta la Sicilia, – ha aggiunto il leader nazionale della Fiom – siamo in una delle terre dove i livelli di disoccupazione sono i più alti, siamo di fronte a un vero e proprio processo di deindustrializzazione che colpisce il Sud». Presente anche il segretario della Cgil Sicilia Michele Pagliaro: «Siamo qui per sottolineare che la politica economica del Governo è sbagliata e alla fine a pagare il conto sono i lavoratori».
Altrettanto duro il leader siciliano della Fiom, Pietro Mastrosimone: «Nella legge di stabilità non c’è un euro per l’economia industriale del paese. E il Jobs act non fa altro che creare nuovi precari. Vogliamo – ha concluso Mastrosimone -che ci sia un cambio di rotta sulle politiche che non hanno portato a nessun risultato». Il sindacalista siciliano non ha risparmiato frecciate al governatore siciliano Rosario Crocetta. «Piuttosto che di rimpasti e rimpastini, si occupi delle questioni del lavoro e dello sviluppo».
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