Migliaia di sardine palermitane riempiono piazza Verdi «Contro razzismo e omofobia, i nuovi fascismi di oggi»

«Fuori la Lega da Palermo! Fuori la Lega dalla Sicilia!». Eccole le sardine palermitane, a ripetere tutte in coro slogan come questo. Sono le migliaia di persone che si sono raccolte da questo pomeriggio a piazza Verdi per manifestare il proprio dissenso contro Matteo Salvini e soprattutto contro la politica dell’odio alimentata dal leader della Lega. Sull’onda di quanto accaduto già prima a Bologna e poi anche a Modena, dove i cittadini hanno spontaneamente organizzato un contro presidio in risposta alla presenza dell’ex ministro dell’Interno in visita. Un contro presidio dal successo inaspettato e replicato poi in altre città. Fino a Palermo, appunto. Un appuntamento senza bandiere e apartitico, sullo slogan di #Palermononsilega e al grido di «siamo tutti antifascisti!». In mezzo a una miriade di cartelli alzati al cielo: spiccano le sagome delle sardine, il nome scelto per i partecipanti. Ma in mezzo alla folla ci sono anche cartelli ironici che invitano Salvini a lasciare in pace i gattini o altri, invece, dai toni più seri, come quello che vuole «Fuori la mafia dallo Stato».

«Per quale motivo sono qui oggi? La domanda più giusta da fare in realtà sarebbe: perché non esserci? – spiega Manuela, tra i partecipanti in piazza -. È importante essere qui, è un messaggio forte ma semplice». Mentre qualcuno accende un megafano e dà il via a una Bella ciao che immediatamente diventa collettiva, tutti si fermano, smettono di chiacchierare, di scattare foto, alzano le braccia in alto e iniziano a cantare a squarciagola. Tra i tanti palermitani in piazza oggi c’è anche chi ha deciso di partecipare spinto soprattutto da semplice curiosità. «Personalmente ho deciso di seguire la manifestazione di oggi soprattutto per farmi un’idea intanto, voglio sentire cosa dicono i giovani – dice ad esempio Maurizio, insegnante in pensione -. Spero che non si vada addosso solo a certi personaggi della politica, perché in realtà è tutta la politica in generale che oggi a parer mio non funziona, i ragazzi dovrebbero avercela col sistema in generale cui si è arrivati, fatto solo di insulti e propagande a destra e a sinistra». Come a dire, insomma, che Salvini non è l’unico problema dei tempi attuali. «Sono qui in un certo senso come spettatore – continua -, ma mettendoci allo stesso tempo faccia e cuore con una partecipazione fisica, stando qui in mezzo a tutta questa gente».

«Oggi il fascismo è quello che vediamo ogni giorni in tv: l’indifferenza, la paura di un diverso che diverso non è e la voglia di andare sempre contro qualcuno o qualcosa pur di creare malumori. Il movimento di oggi risveglia le coscienze antifasciste delle persone contro tutto ciò che crea odio – spiega Daniela La Vardera, del coordinamento che ha reso possibile la manifestazione -. C’è un allarme razzismo in Italia, è evidente, come c’è tanto pericolo fascismo. Come comune cittadino ognuno è libero di partecipare, come ha fatto il sindaco Orlando, ma non come politico. Chi è qui oggi c’è perché non si identifica in nessun partito, piuttosto nella voglia di lottare contro ogni sopruso». Le fa eco un altro membro del coordinamento, Liborio Martorana, tra le altre cose ex di Radio 100 passi: «Il fascismo oggi è un ricalco di quello che è stato nel Ventennio, oggi è la nuova politica che viene attuata da chi sta al governo e alle opposizioni – spiega -. Il centro destra sta utilizzando una politica cosiddetta dell’odio, per noi tutto questo va a ricadere all’interno di quello che è il nuovo fascismo che si annida nei meandri della società e che ogni tanto viene fuori per farsi vedere. Ma il fascismo, com’è stato in passato, porta solo lutti, fame e disgrazia. Il fascismo oggi è razzismo, omofobia. L’Italia è un paese che si scopre ignorante all’alba del Duemila, abbiamo bisogno di più scuole che possano offrire piani formativi validi per formare una nuova società».

Tra le tantissime persone riunite in piazza Verdi c’è anche il sindaco Orlando, che oggi aveva dichiarato l’adesione dell’amministrazione comunale: «Diecimila persone in piazza confermano che Palermo non è più fascista. La città continua il suo cammino sul rifiuto dell’odio e del razzismo, una città che accoglie il diverso. Una città che non ha migranti. Una città accogliente dove quindi le sardine sono a casa». Ognuno ha portato con sé in piazza i propri motivi, il proprio animo. Malgrado, però, il clima di festa, c’è spazio anche per una polemica a margine. «Come Potere al Popolo non saremmo scesi a prescindere in piazza in maniera organizzata perché rispettiamo la natura della manifestazione, che è senza bandiere e apartitica, per essere il più ampia possibile. Avevamo parlato con gli organizzatori però della Casa del Popolo e della vicenda dei 22 denunciati per occupazione (tra i quali non ci sono solo militanti di PaP, ma anche gente di altre forze politiche): abbiamo chiesto se fosse possibile partecipare con uno striscione di solidarietà o magari leggendo un comunicato sempre per esprimere solidarietà a queste 22 persone che rischiano l’inasprimento della pena dovuto anche al decreto sicurezza bis – spiega un esponente della Casa del Popolo -. Quindi, eravamo pienamente in tema rispetto alla manifestazione. Ma c’è stato detto che non era possibile». 

Due mesi fa infatti c’era stato lo sgombero della struttura che ospitava l’ex istituto nazionale sordomuti, gestita teoricamente da un ente regionale ma in realtà da tempo inutilizzata. E pochi giorni fa l’avviso di conclusione delle indagini a carico di alcuni militanti, ma non solo, anche di chi ha semplicemente frequentato quel luogo. Il rifiuto di oggi, intanto, lascia un po’ di amaro in bocca. «Uno degli organizzatori della piazza di Palermo ha pure chiesto agli organizzatori di Bologna, la prima piazza in cui sono scese le sardine, e gli è stato negato il permesso di esprimere solidarietà. Che non si esige, non si chiede, si dà e basta. In questo caso ci è stato detto che non era possibile perché potevamo essere fuori tema. Noi abbiamo sempre fatto un lavoro antisalviniano, riconnettevamo tessuto sociale come Casa del Popolo, lavoravamo con le famiglie occupanti di Palermo e con gli stranieri per l’insegnamento dell’italiano, oltre alle numerose altre attività. Insomma – continua l’esponente -, non siamo antisalviniani della prima ora, ecco. Questa è la prima piazza dove effettivamente Salvini non c’è, che si sta facendo la sua campagna elettorale in Emilia Romagna. Ma gli organizzatori così dimostrano che le sardine non sono effettivamente auto organizzate sui territori, perché se i territori appunto devono chiedere le autorizzazioni per i comunicati di solidarietà agli organizzatori originari lì a Bologna, bè…». 

Antonio Melita

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