DICE DI ESSERE STATO ALLIEVO DI CAPONNETTO. IL QUALE, IN VERITA’, NON ERA MAI BANALE, NON SI AUTO-INCENSAVA, PARLAVA POCO E IMPICCICAVA DURO. L’ESATTO CONTRARIO DELL’INFELICE AUTO-PRESENTAZIONE DEL NUOVO ASSESSORE
Se esiste un modo totalmente negativo per presentarsi come nuovo assessore regionale in Sicilia, il signor Salvatore Calleri l’ha trovato: “Sono un uomo non avvicinabile. Vengo dal mondo antimafia e porto questa mia esperienza al servizio del nuovo governo”.
Già il fatto che abbia detto di essere “non avvicinabile” è preoccupante: forse i suoi colleghi del nuovo Governo regionale sarebbero, invece, “avvicinabili”? Ma che senso hanno queste parole?
Il fatto che si autoproclami proveniente dal mondo dell’antimafia, di questi tempi, è ancora più preoccupante: perché è proprio nel nome dell’antimafia che certi personaggi, gestendo la cosa pubblica, si sono fatti i caz… propri!
Quelle del signor Calleri, che viene presentato come “catanese trapiantato a Firenze”, sono considerazioni banali: luoghi comuni che quello che dice di essere stato il suo maestro, Antonino Caponnetto, indimenticabile capo dell’Ufficio istruzione presso il Tribunale di Palermo nella seconda metà degli anni ’80, non avrebbe mai pronunciato.
Caponnetto – e noi lo ricordiamo bene – parlava poco e ‘impiccicava’ duro. Una delle poche volte che ha parlato in pubblico, subito dopo l’omicidio di Giovanni Falcone, l’ha fatto per dire che era “finito tutto”: parole vere ieri e ancora più vere oggi, a giudicare dal modo scomposto con il quale si sta cercando di mettere una pietra tombale sopra le stragi e le bombe del 1992-1993.
Questo signor Calleri, invece di ‘pappariarsi’ con antimafie & antimafioserie (con la & rigorosamente commerciale…) delle chiacchiere pensi ai fatti. Si occuperà dei rifiuti? Bene. La Sicilia non vuole né le discariche, né i termovalorizzatori. E non vuole soprattutto gli affaristi e, perché no? nemmeno i ladri che circolano in questo settore nevralgico della società siciliana.
E’ sui fatti concreti che la vogliamo vedere, assessore Calleri. Le chiacchiere sulla sua antimafia delle medagliette se la può tenere: già basta e avanza quella del presidente Rosario Crocetta.
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