La metropolitana di Catania potrebbe rimanere incompiuta. «Il rischio c’è, ma ci sono pure le condizioni per evitarlo», spiega a MeridioNews il direttore della Ferrovia circumetnea (Fce) Alessandro Di Graziano. I cantieri della metro sono fermi e in ritardo a causa dei problemi economici attraversati dalla ditta costruttrice, la Tecnis. Se le scadenze non venissero rispettate l’Unione europea ritirerà i fondi necessari per il completamento. La soluzione percorsa finora per scongiurare il provvedimento mira allo sblocco di stipendi e forniture, ma in caso di emergenza è allo studio un piano B, che porterebbe alla riassegnazione di parte dell’opera a un’altra impresa.
La metropolitana è considerata un’infrastruttura fondamentale per il futuro piano di trasporti della città. «Chi vive a Catania lo sa – dice il direttore Di Graziano – Ogni giorno d’attesa in più è un giorno di troppo». Collegherà il centro cittadino con l’aeroporto Bellini e con i quartieri periferici, ma il progetto rischia di restare incompiuto proprio a causa dei tempi di realizzazione che si stanno allungando più del previsto. Ritardi che potrebbero portare alla revoca del finanziamento europeo di 500 milioni complessivi (100 da ritornare, 400 che non sarebbero erogati). Secondo Fce, che ha appaltato i lavori, non è possibile fissare una data sicura da rispettare per scongiurare il pericolo. «Siamo al limite – ammette il presidente della ferrovia – ma non ci sono le condizioni per sostenere che non arriveremo a completare l’opera. Gli allarmismi sono inutili, bisogna terminare i lavori nel minor tempo possibile».
Di certo c’è che la prima scadenza con l’Europa non è stata rispettata , ma «riavviando i lavori potremmo concluderli a breve, procedere più spediti per i passi successivi e recuperare così il tempo per rientrare nei termini ultimi», continua Di Graziano. I cantieri aperti per la metropolitana, tre in tutta la città, si sono fermati quando mancava poco al loro completamento. La causa è la crisi economica della Tecnis – l’azienda che ha vinto l’appalto, e che più di recente è stata sequestrata per mafia – al cui vertice c’è l’amministratore giudiziario Savero Ruperto. «Stiamo collaborando con lui per capire come portare avanti i lavori. Siamo entrambi determinati e fiduciosi di riuscirci», continua il direttore di Fce. Il piano ha come priorità il pagamento degli arretrati ai lavoratori: «I versamenti potrebbero arrivare già la prossima settimana», ancora prima dell’attivazione della surroga chiesto dalla ferrovia.
Ma gli operai potranno fare poco senza i materiali da costruzione, che non arriveranno in cantiere se non verranno pagati anche i fornitori. Una volta rimessi in funzione i lavori «con Tecnis stabiliremo un cronoprogramma con delle scadenze chiare, fino alla consegna dell’opera», dice Di Graziano. Ma se nonostante gli sforzi congiunti l’impresa non fosse in grado di rispettare la tabella di marcia, la priorità passerebbe dal tutelare gli interessi di lavoratori e ditte fornitrici a salvare il progetto metropolitana, e i fondi europei necessari per realizzarla nella sua interezza: «Ragioniamo anche su un piano B, che prevede l’eslcusione di Tecnis da parte dei lavori – conferma il direttore della Fce – L’appalto del progetto sarebbe riassegnato». E per affrettare i tempi potrebbe essere valutata anche l’assegnazione diretta: «Se possibile lo faremo. Ma per adesso – conclude Di Graziano – lavoriamo solo al piano con Tecnis».
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