Metropolitana, la sentenza fa tremare il maxi-appalto Affare da 18 milioni. «Lavori a Tecnis? Tutto da rifare»

«La tratta che va da piazza Galatea alla stazione? È quasi completa, in un paio di mesi si dovrebbero posizionare i treni sulle rotaie. Non si può bloccare un cantiere così avanti». I lavoratori della Tecnis sono increduli. Il fatto che la Ferrovia circumetnea abbia perso la causa contro il consorzio Ciro Menotti e la Sirti spa coglie tutti alla sprovvista. L’impresa di Ravenna è arrivata seconda alla gara d’appalto – aggiudicata definitivamente nel 2014 – con la quale Tecnis e il consorzio stabile Infratec si sono aggiudicati il prolungamento della metropolitana cittadina. Un affare da 18 milioni di euro, oltre che una delle più importanti opere pubbliche della città. Sull’affidamento, però, il Ciro Menotti aveva fatto ricorso. Prima al Tar, che ha dato ragione alla Circumetnea, e poi a livello più alto: il consiglio di giustizia amministrativa. Il quale ha smentito i colleghi del tribunale regionale e ha stabilito «l’annullamento dei verbali di valutazione delle offerte e dell’aggiudicazione all’Ati (associazione temporanea d’imprese, ndr) con capogruppo la Tecnis spa».

È l’estate 2014 quando il consorzio Ciro Menotti, colosso delle costruzioni ravennate coinvolto anche nell’affaire parcheggio Sanzio, fa ricorso al tribunale amministrativo regionale di Catania perché nella gara d’appalto per i lavori di completamento di una porzione della rete metropolitana catanese ci sarebbero state delle irregolarità. Questioni di punteggi, tabelle poco chiare e mancanza di criteri univoci per l’assegnazione dei punti che avrebbero costituito l’ossatura della graduatoria, almeno secondo l’azienda romagnola. Non erano dello stesso avviso i giudici etnei, per i quali il ricorso era infondato e tutti i documenti dell’appalto conformi alle disposizioni delle leggi sugli appalti. La decisione viene depositata ad aprile 2015 e nello stesso anno il consorzio la impugna, facendo ricorso al Cga.

Bisogna attendere fino a martedì, il 5 luglio 2016, perché l’organismo giudiziario amministrativo si esprima nuovamente. Stravolgendo il contenuto della sentenza del Tar. Secondo il consiglio di giustizia amministrativa, nei documenti di gara mancavano alcuni elementi che chiarissero per quali motivi erano stati assegnati i punteggi. «Pesi», nel linguaggio degli appalti, che non sarebbero stati giustificati da adeguati «sottopesi» dettagliati. Cosa che, secondo i magistrati, «comporta un solo apparente rispetto del bando». Perché indicando solo una tabella finale, senza spiegare come si sono calcolati i valori in essa contenuti, «non può rendere intelligibile l’iter logico seguito nel giudicare il valore tecnico delle singole offerte», concludono i giudici amministrativi. «In altri termini – precisa Domenico Pitruzzella, avvocato palermitano e componente del collegio di difesa del consorzio Ciro Menotti – è tutto da rifare».

«Questa sentenza dimostra che l’appalto non poteva essere assegnato per via di difetti di motivazione negli atti di gara», spiega il legale. In attesa che la giustizia si pronunciasse, però, i lavori sono partiti, i pagamenti a Tecnis effettuati e gli scavi finiti. Un’intera porzione di viale Africa è interdetta al traffico e in piazza Giovanni XXIII i lavori per la nuova fermata della metropolitana sembrano essere giunti quasi al capolinea. «La consegna è prevista a breve», ricorda l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco. E in effetti l’esistenza di quelle fermate della metro è stata usata anche per dimostrare l’assenza di rischi di congestionamento del traffico con l’apertura della futura Cittadella giudiziaria nell’ex Palazzo delle Poste. «Stiamo scrivendo alla Circumetnea una diffida a continuare i lavori, perché la sentenza è immediatamente esecutiva – continua Pitruzzella – Con una decisione simile non si possono portare avanti i cantieri di una ditta che non avrebbe dovuto neanche aprirli». 

In questo momento, però, gli operai starebbero lavorando all’attraversamento sotterraneo nei pressi di piazzale Asia. Un momento delicato e «impossibile da interrompere», dicono i lavoratori. A rischiare, più che la Tecnis e chi sta eseguendo i lavori, in questa fase sarebbe la ferrovia Circumetnea. Una delle ipotesi che in molti avanzano è quella della richiesta di un risarcimento danni milionario da parte del consorzio Ciro Menotti. Una spesa che si andrebbe ad aggiungere a quella, già pagata, per la realizzazione della metropolitana. «Noi all’inizio del procedimento amministrativo avevamo invitato la ferrovia Circumetnea a non proseguire con gli adempimenti – conclude Domenico Pitruzzella – Proprio perché eravamo coscienti che arrivati a questo punto sarebbe stato un problema. Adesso la commissione di gara dovrà effettuare un nuovo esame della documentazione prodotta dalle partecipanti per individuare un nuovo aggiudicatario». Cosa succederà in attesa della nuova pronuncia non è ancora chiaro. 

Luisa Santangelo

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