Metro, lavoratori Tecnis in protesta sui binari «Non sappiamo come portare il pane a casa»

«Come si fa a vivere, di questi tempi, senza stipendio?». Se lo domanda Fabio Nibali, 50enne operaio specializzato del cantiere Metro Catania 2013, che non percepisce il salario da settembre. E che stamattina, insieme ad altri 30 colleghi, ha occupato per protesta i binari della stazione Borgo-Nesima della Circumetnea. La società per cui lavora è una contrattualizzata Tecnis, l’impresa di costruzioni travolta dall’inchiesta Dama Nera che ha portato all’arresto dei due co-fondatori e all’arrivo del commissario prefettizio Saverio Ruperto. «Da settembre a oggi, Tecnis è con me in arretrato di circa ottomila euro. Chiedo che i miei diritti vengano rispettati da mesi ma sono stanco di ascoltare promesse che non vengono mai mantenute», continua Nibali. 

Nella sua stessa situazione si trovano altri 70 dipendenti di Metro Catania 2013, ai quali si aggiungono 20 operai direttamente assunti da Tecnis che lavorano nei cantieri di piazza Galatea. E ai quali non viene corrisposta da giugno la cosiddetta cassa edile, una sorta di tredicesima dei lavoratori del settore. «Abbiamo passato le festività natalizie a secco. Solitamente a dicembre potevamo contare su quei soldi, quest’anno abbiamo dovuto farne a meno», precisa un altro operaio, Giulio Pericone

Sulle rotaie, insieme ai dipendenti etnei, anche alcuni sindacalisti. Che hanno incontrato il direttore generale Fce Salvatore Fiore. «Ci ha detto che la Ferrovia circumetnea ha versato a Tecnis il cosiddetto saldo di anticipo crediti per alcuni lavori ma quest’ultima non ne ha ancora girato una parte ai dipendenti», spiega Carmelo Restivo di Fillea Cgil. Che sottolinea: «Le mensilità di settembre e ottobre sono state bloccate per via delle procedure di ristrutturazione del debito. Mentre è stato pagato meno del 50 per cento dei salari di novembre e dicembre».

«La protesta di stamattina punta a dare una voce a un gruppo di cittadini catanesi che non sanno in quale modo provvedere ai bisogni delle proprie famiglie. Abbiamo bloccato un vagone della metropolitana e qualche automobile in via Caranda», racconta Rosario Di Mauro di Filca Cisl Catania. «Se l’azione di oggi non dovesse servire a nulla, siamo pronti a farci sentire sotto le finestre del palazzo della prefettura», continua il sindacalista. «Gli operai hanno buonsenso e vorrebbero soltanto avere quanto spetta loro ma è difficile stare tranquilli quando non si può portare il pane a casa, la sera», interviene Restivo.

Cassandra Di Giacomo

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