Un vero e proprio supermarket della droga base nel rione di Giostra, a Messina, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza. A gestirlo una coppia di coniugi, Gaetano Mauro e Giusi Stracuzzi che, al pari di una normale attività commerciale, stipendiavano dipendenti che si alternavano in turni per garantire a qualsiasi ora la distribuzione dello stupefacente che arrivava direttamente dalla Calabria. Con tanto di emolumenti accessori per i turni di reperibilità. Carlo Ardizzone, oggi arrestato perché ritenuto uno degli spacciatori, avrebbe percepito uno stipendio di circa 1.200 euro mensili. In totale sono undici le misure cautelari dell’operazione denominata Festa in maschera.
In manette sono finiti anche Gaetano Mauro, Giacomo Lo Presti, Alessio Papale, Giacomo Russo, e Domenico Batessa. Hanno ottenuto i domiciliari Domenico Sottile, Carlo Ardizzone, Giusi Stracuzzi, Paolo Di Bella. Disposto l’obbligo di firma per Domenico Papale e Orazio Margurio. Quest’ultimo percepiva il reddito di cittadinanza. Accertato che altri otto soggetti, tra gli undici destinatari di provvedimento cautelare, fanno parte di nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza e sono quindi scattati approfondimenti per verificare la liceità della percezione del relativo sussidio.
L’indagine scatta dopo l’arresto del 26 settembre 2018, di due giovani corrieri messinesi, Davide Caruso e Danilo Romano. I due vengono fermati agli imbarcaderi dei traghetti privati a bordo della loro auto. Nascosti nelle fiancate della vettura i finanzieri trovano otre due chili e 400 grammi di cocaina e un modesto quantitativo di hashish. Droga purissima, pari al 76 per cento. Da qui il sospetto che non si tratta di un episodio isolato, ma di un traffico di droga molto più ampio. Gli accertamenti portano i finanzieri nel cuore di Giostra e rivelano l’esistenza di un traffico di droga che aveva come canale di approvvigionamento la Calabria, ma anche Catania.
Durante le indagini, scattano altri arresti. Il 2 febbraio 2019 è il turno di Gaetano Russo, sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un’autovettura noleggiata, con cinque chili di marijuana. Il 23 dello stesso mese i finanzieri fanno un blitz a Giostra a casa di Giacomo Lo Presti. Lo sorprendono con i fornitori catanesi Rosario Conti e William Saccone, c’è anche il proprietario dell’abitazione, un suo congiunto, il capo e promotore dell’organizzazione Gaetano Mauro, e due affiliati, M.F. 59 anni e T.V. 32 anni. In quest’occasione i finanzieri sequestrano altri cinque chili di marijuana.
Nel corso dell’intera indagine sono stati sequestrati oltre due chili di cocaina, oltre 10 chili tra marijuana e hashish, arrestate in flagranza di reato otto persone e accertati oltre
2.500 episodi di spaccio, nel breve periodo da novembre 2018 a febbraio 2019.
A capo di tutto e promotore del gruppo di finanzieri collocano Gaetano Mauro, figlio del più noto Carmelo Mauro tirinnanna, killer del clan Galli di Giostra, assassinato il 22 maggio 2001 in un agguato mafioso con un colpo alla testa, all’incrocio tra viale Giostra e viale Regina Elena di Messina. Come si legge nel comunicato diffuso dalle Fiamme gialle «evidentemente, proprio tale blasonato rapporto parentale consentiva al Gaetano Mauro di scalare le gerarchie del clan Galli». Al punto che anche i congiunti diretti del capo clan Luigi Galli scarpuzza dicevano «…lo sanno che tu comandi anche a me …», commentando un attentato incendiario nei confronti di una sala scommesse riferibile al medesimo Gaetano Mauro, avvenuto lo scorso gennaio 2019.
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