Messina, scuole senza riscaldamento né linea telefonica Studenti a casa. «Non si può fare lezione coi giubbotti»

Anno nuovo, vecchi problemi. Come già successo nel 2016 per alcuni istituti scolastici, anche il 2017 si apre con un brutto rientro a scuola per molti alunni di Messina. Non sono tornati sui banchi di scuola dopo le festività natalizie i 450 studenti che frequentano l’Albino Luciani e la Primo Molino perché non ci sono i riscaldamenti. Più precisamente, nel primo plesso manca l’allaccio con l’Italgas, nel secondo il collaudo dell’impianto caldaie. 

Così ieri mattina i genitori hanno preferito non portare i figli a scuola. «Avrebbero fatto lezione con i giubbotti e al freddo», dicono. A sostenerli il rappresentate di istituto Giuseppe Scavello che spiega «se alla Prima Molino ci hanno assicurato che dovrebbero effettuare il collaudo entro oggi, per la Albino Luciani i tempi per poter avere i riscaldamenti si allungano troppo. Dall’Italgas mi hanno informato che il loro intervento per l’allaccio è previsto solo il 15 febbraio. E non è ipotizzabile che i ragazzi non frequentino la scuola per un altro mese». 

Nonostante siano stati stanziati i soldi dal Comune, alcune lungaggini burocratiche avrebbero inceppato il meccanismo di comunicazione scuola-Comune-società di distribuzione del gas. «Qualcuno deve porre rimedio a questo disguido – conclude il rappresentate di istituto – capite bene che ci sono bambini che restano a casa e perdono importanti giorni di lezione». Un rientro non felice oggi anche per altri alunni, quelli della scuola La Pira-Gentiluomo che non è dotata di impianto di riscaldamento. Già lo scorso anno per consentire la continuità didattica ai propri figli, i genitori insieme ai docenti che insegnano in quell’istituto comprensivo avevano portato stufe elettriche. Dopo un anno nulla è cambiato e invece di un impianto di riscaldamento funzionante sono ricomparse le stufe portate dalle famiglie e dai docenti.

E oltre ai riscaldamenti resta il problema della mancanza di linea telefonica perché il Comune non ha pagare una bolletta da 200mila euro. Stessa cosa già accaduta a ottobre. Anche se in quel caso, il conto da pagare era di un milione di euro. Fatture non pagate e accumulatesi nel tempo. Stavolta oltre alle scuole sono rimasti senza telefono anche la sede del Comune e il Palacultura che ospita vari uffici amministrativi. La Telecom ha fatto sapere che continuerà a tagliare le utenze, fino a quando non sarà saldato il debito. Dal canto suo, l’amministrazione ha rassicurato i dirigenti scolastici e quelli comunali che presto verrà saldata la somma, ma fino ad allora i presidi potranno contare solo sui telefoni cellulari personali.

Simona Arena

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