Una festa di Halloween in uno dei più bei posti di Messina: il giardino di Montalto. Un’idea nata dall’associazione Pulia-Amo Messina che si è resa protagonista di tante iniziative per rendere più bella la città dello Stretto. Ma l’Escape Garden, questo il nome dell’evento in programma il 31 ottobre, non si svolgerà più. Ad annullarlo sono stati gli stessi organizzatori, che gestiscono il giardino, curandone pulizia e decoro. Il polverone sollevato sull’appuntamento, e soprattutto sul fatto che fosse stato organizzato in occasione della ricorrenza di Halloween, ha fatto desistere i ragazzi di Puli-Amo Messina. «Doveva essere un gioco di ruolo diviso lungo le diverse terrazze del Giardino – spiega Christian Magano, presidente dell’associazione – con l’obiettivo di riscoprire e valorizzare il piccolo parco urbano, riaperto alla collettività dopo anni di abbandono grazie a un ciclopico intervento di pulizia durato circa sei mesi».
Ma da quando l’evento è stato pubblicizzato sui social network sono cominciate le polemiche. La principale è stata la scelta del posto, vicino alla chiesa di Montalto. I fedeli della parrocchia, ma non solo loro, ci hanno visto quasi una dissacrazione del posto. Così il gruppo aveva tolto dall’immagine che pubblicizzava l’evento la facciata della Chiesa. Ma non è bastato. Il parroco di Montalto, don Lorenzo Campagna, ha informato sindaco e arcivescovo di quanto stava accadendo. «Si tratta di una scelta inopportuna – spiega il prelato – è stata toccata la sacralità del luogo, paragonando la chiesa a un luogo da film dell’orrore. Inoltre il giardino non è loro e non possono decidere cosa fare o non fare senza confrontarsi». Sulla titolarità del giardino c’è in corso un contenzioso tra Comune e Curia. Per questo il sacerdote ha investito del problema le due autorità competenti. «Avrebbero potuto organizzarlo in qualunque posto, ma non qui. Halloween non è una festa riconosciuta dalla Chiesa. Noi siamo per il culto e il ricordo dei morti. Ricordiamoci la tradizione di far trovare ai bimbi un regalo lasciato loro dalle persone care ormai scomparse. Abbiamo le nostre tradizioni e quelle dovremmo valorizzare».
I ragazzi, che stamani terranno una conferenza stampa, spiegano «che è stato travisato e le accuse ricevute nel corso delle ultime settimane, hanno trasformato un gioco per grandi e piccini in un autentico caso cittadino». Tra i vari commenti «siamo stati accusati di organizzare messe nere, di aver profanato un luogo sacro, di non aver rispetto per le istituzioni. L’atmosfera di festa e allegria, che aveva finora coinvolto oltre 250 partecipanti al gioco, si è rapidamente trasformata in un acceso e immotivato conflitto, dal quale – concludono – abbiamo preferito tirarci fuori».
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