Alcune delle 120 scuole elementari e medie di Messina potrebbero chiudere i battenti su ordine dell’ispettorato del lavoro. Si tratta di quei plessi che presentano cedimenti strutturali, e che per questo motivo hanno destato la preoccupazione dell’ingegnere Gaetano Sciacca, che guida l’ente. A puntare i riflettori sulla salute degli istituti scolastici messinesi è stata la Procura che ha avviato un’indagine affidando proprio all’ispettorato i controlli sulle condizioni degli edifici che ospitano alunni e docenti.
È stato quindi chiesto ai dirigenti scolastici di inviare entro il 31 dicembre del 2015 tutta la documentazione in loro possesso, riguardante le strutture da loro dirette, e di compilare le schede trasmesse dall’ispettorato. Dati che hanno permesso di stilare un report con data di costruzione, eventuali lavori di ristrutturazione, presenza di criticità, dotazione di certificati di agibilità, cedimenti strutturali. E le sorprese non sono mancate. A mostrare le criticità più gravi non sono stati, come si potrebbe supporre, gli istituti più antichi costruiti nel dopo guerra, ma alcuni di quelli realizzati negli anni ottanta.
Se le scuole dove si sono registrati i cedimenti non daranno garanzie, verranno chiuse. Prima però saranno effettuate ulteriori indagini geognostiche. Verosimilmente se ne riparlerà quindi all’inizio del prossimo anno scolastico. «È presto per emettere un responso – spiega Sciacca – c’è un’indagine della procura in corso. L’unica cosa che posso dire al momento è che abbiamo raccolto tutto il materiale e che stiamo effettuando le verifiche». Di mezzo c’è la sicurezza dei bambini e degli stessi lavoratori della scuola. «E su questo non si può scherzare – conclude Sciacca – anche perché le scuole sorgono in una zona a rischio sismico e idrogeologico».
I dirigenti scolastici, su cui ricade la responsabilità per le condizioni degli edifici, hanno fatto presente di non avere fondi a disposizione. «Molti dirigenti – è la replica di Sciacca – hanno professori di applicazione tecnica, ingegneri o geometri in grado di effettuare un esame attento dei punti deboli di ogni edificio, e se è il caso, di dirigere gli eventuali lavori». Va oltre Pietro Patti, segretario provinciale della Flc Cgil: «Sarebbe auspicabile estendere i controlli anche al rispetto della legge 81/08, che prevede ad esempio lo spazio minimo vitale nelle aule per ogni bambino, che corrisponde a un metro e 80 centimetri». E sul rischio di chiusura di alcune scuole conclude: «Sarebbe un bel problema, ma la sicurezza dei bambini viene prima di ogni cosa».
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