È scattata alle prime luci dell’alba a Messina l’operazione antimafia Predominio. Decine gli operatori della Polizia di Stato impegnati. Quattordici le persone arrestate tra esponenti di spicco e fiancheggiatori appartenenti a due pericolosissimi sodalizi criminali in larga parte tra loro sovrapponibili, dediti ad estorsioni e al narcotraffico.
L’operazione di polizia arriva a conclusione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, scattate a luglio 2018 e andate avanti sino al marzo del 2019. È stato possibile rilevare l’intento di alcuni ex collaboratori di giustizia i quali, una volta rientrati in città, si erano adoperati, in forma stabile ed associata, per riaffermarsi nel panorama criminale locale, guadagnando un proprio spazio nel campo del traffico e spaccio di stupefacenti e anche attraverso l’intimidazione e l’estorsione.
Nel corso dell’indagine numerosi sono stati gli episodi di spaccio di droghe accertati ed è stato anche accertato il possesso di armi da parte di alcuni degli indagati, a chiara riprova della pericolosità di tali compagini criminali.
Gli arrestati dalla Squadra Mobile di Messina guidata da Antonio Sfamemi sono gli ex pentiti Nicola Galletta, Pasquale Pietropaolo, Salvatore Bonaffini, Gaetano Barbera. In cella anche Cosimo Maceli, factotum di Galletta e Vincenzo Barbera, fratello di Gaetano. Sono tutti accusati di associazione mafiosa. Al quinto ex collaboratore di giustizia arrestato, Antonino Stracuzzi, viene contestato invece solo il reato di detenzione di armi aggravato dalla mafia. Galletta, Bonaffini, Pietropaolo e Maceli rispondono anche di associazione finalizzata al narcotraffico. Stesso reato è contestato a Orazio Bellissima, che teneva i rapporti coi fornitori di droga, anche lui finito in cella.
Arrestati anche personaggi della malavita locale come Giuseppe Cutè, Angelo Arrigo, Alberto Alleruzzo, Michele Alleruzzo, Stellario Brigandì e Giovanni Ieni, quest’ultimo ai domiciliari: a loro vengono contestati diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il personaggio chiave dell’inchiesta coordinata della Dda di Messina è l’ex pentito Nicola Galletta, killer del clan di Giostra, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Letterio Rizzo, boss ucciso nel 1991. Mafioso dello stesso clan, Rizzo fu eliminato nel corso della guerra scoppiata all’interno della cosca. Galletta ha scontato anche una condanna a 18 anni per mafia. È stato recluso al 41 bis per anni. Nell’ultimo periodo era in detenzione domiciliare.
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