Messina: metroferrovia, flop nei primi sei mesi In media solo dieci passeggeri per ogni corsa

La metroferrovia di Messina ha imboccato l’ennesimo binario morto. Numeri impietosi fotografano il flop del collegamento ferroviario tra il centro cittadino e la periferia sud inaugurato nel giugno del 2009, sotto ben altri auspici. Dopo aver funzionato a singhiozzo per tanti anni, il servizio è ripreso lo scorso dicembre con 14 coppie di treni che quotidianamente fanno la spola tra la stazione centrale e Giampilieri, servendo dieci fermate poste lungo la linea Messina-Catania.

I convogli però viaggiano quasi vuoti. Secondo il monitoraggio effettuato dal sindacato Orsa nei mesi di aprile e maggio, ogni corsa è frequentata da una media di dieci passeggeri. Numeri che tendono lievemente a salire nelle ore di punta, quando con fatica si sfiora quota 30 viaggiatori. Un dato che durante i mesi estivi subirà un’ulteriore contrazione, considerando anche la momentanea riduzione del servizio che fino al prossimo settembre verrà garantito da otto coppie di treni al giorno.

E finora ogni tentativo di rilanciare il servizio non è andato a buon fine. In varie occasioni il Comune di Messina ha discusso con Trenitalia e Atm, azienda che gestisce il trasporto pubblico nella città dello Stretto. Tante le soluzioni proposte, tra cui l’entrata in commercio di un biglietto integrato e l’istituzione di un collegamento pettine treno-bus. Accorgimenti che incentiverebbero la popolazione a lasciare l’auto e muoversi con i mezzi pubblici. Tuttavia, dell’ultimo piano di intermodalità studiato per il trasporto di 60mila persone non si hanno più notizie.

«Finora – spiega il segretario dell’Orsa Michele Barresi – ogni incontro con l’amministrazione comunale si è rivelato infruttuoso. È opportuno attivare in tempi brevi un’adeguata integrazione tariffaria ed un collegamento stabile tra i bus cittadini e i treni della metroferrovia. Finora, l’Atm ha proposto di attivare dei collegamenti a pettine limitati alle fasce orarie meno trafficate. Nelle ore di punta, infatti, resta più competitivo l’autobus. Inoltre, ci sono fermate come quelle di Gazzi e Contesse che risultano difficilmente raggiungibili dai pendolari. Sarebbe opportuno attivare delle navette per collegarle con le strutture più importanti della zona come il Policlinico. Stesso discorso per Tremestieri, dove i treni fermano a poche centinaia di metri dal centro commerciale».

Ma la strada per rivitalizzare il servizio passa anche da un miglior utilizzo dell’infrastruttura. «Ogni fermata – continua Barresi – è dotata di un parcheggio di interscambio che attualmente risulta poco utilizzato. Si potrebbe creare un biglietto integrato che permetta all’utenza di posteggiare l’auto ed utilizzare bus e treno. Sarebbe la soluzione più conveniente e garantirebbe entrate sicure alla stessa Atm. Bisogna trovare presto delle soluzioni, con questi numeri Trenitalia, vista anche la carenza di convogli, potrebbe optare per altre tratte più redditizie e la metroferrovia andrebbe nuovamente incontro alla chiusura».

Andrea Castorina

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