«La rete dell’acquedotto e delle fogne di Messina è in cattive condizioni». Ad affermarlo è stato oggi durante una seduta della VII Commissione consiliare a palazzo Zanca, Claudio Cipollini, il nuovo direttore generale dell’Amam. Gli sono serviti tre mesi per rendersi conto della situazione e dello stato delle condotte idriche messinesi definite fatiscenti. La metà dell’acqua che arriva in città o si perde o non viene pagata: 15mila dei 32mila metri cubi che arrivano da Fiumefreddo non si sa che fine facciano. E questo è solo uno dei tanti fronti su cui intervenire.
A breve l’Amam, l’azienda che gestisce il servizio idrico a Messina, potrà intervenire a Calatabiano, dove nel 2015 un frana causò la rottura della condotta che porta l’acqua in riva allo Stretto, lasciando Messina e i messinesi a secco per quasi un mese. Come detto da Cipollini «entro i primi di luglio la Protezione civile consegnerà il cantiere di Calatabiano all’Azienda meridionale acque di Messina per effettuare gli interventi necessari a sistemare una nuova porzione di condotta sulla collina che è stata messa in sicurezza».
L’Amam ritiene che entro quest’estate il problema sarà risolto. Per evitare ulteriori ritardi, lo scorso novembre sono stati comprati i nuovi tubi, oltre 500 metri di condotta costati 110mila euro. Una volta lasciato il cantiere dalla protezione civile, si procederà a spostare la condotta di duecento metri più a ovest rispetto all’attuale posizione. Il tutto per un costo di 1 milione e 400mila euro. Una volta sistemato questo fronte, si dovrà intervenire anche sulla rete idrica messinese, la cui manutenzione è stata ignorata per molti anni.
«Si sta predisponendo il piano operativo annuale 2017 e nel frattempo si sta intervenendo sulle urgenze». Cipollini ha fatto riferimento ai tanti torrenti di Messina definiti delle vere e proprie «bombe ecologiche» che insistono in città e che necessitano di interventi urgenti e strutturali: «Sui torrenti Giostra, Annunziata, San Licandro, Portalegni, Santa Cecilia si stanno progettando interventi più strutturali. A ottobre verrà predisposto un programma triennale che porterà all’attenzione del Comune gli obiettivi aziendali ed i modelli operativi».
Altra criticità riscontrata dal neo direttore generale riguarda il personale, «attualmente i dipendenti sono 68 per una azienda con 90mila utenze. Si rende, quindi, necessario adeguare profili e competenze del personale per ottimizzare al meglio le risorse».
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