I medici del 118 di Messina e provincia sono pronti a lottare. Perché sostengono che i livelli di assistenza e di soccorso si abbasserebbero terribilmente con il nuovo progetto di rimodulazione della rete dell’emergenza, che insieme a quello della rete ospedaliera è stato varato dalla Regione Sicilia ed approvato dal ministero della Salute. «Non nascondo, come medico e siciliano, un profondo senso di impotenza di fronte a scelte politiche contraddittorie e inspiegabili – afferma Marcello Savasta, cardiochirurgo in forza al 118, referente del comitato spontaneo Medici di emergenza sanitaria in provincia di Messina -, soprattutto dopo essere stato pubblicamente riconosciuto l’ottimo lavoro svolto dai medici del 118, al punto da divenire fonte di vanto per encomi pubblici a livello nazionale».
A lanciare l’allarme sono proprio loro, i medici che in prima linea intervengono quando qualcuno chiama il numero di emergenza. Vogliono innanzitutto fare chiarezza sui tagli previsti se il piano diventasse quindi a tutti gli effetti operativo. «Il progetto di rimodulazione della rete dell’emergenza, insieme a quella ospedaliera, rimodula anche la distribuzione sul territorio delle ambulanze. Sul territorio messinese resteranno solo 27 ambulanze, di cui 13 con medico a bordo – sottolinea Savasta -. Peccato che attualmente siano 37 le ambulanze in servizio, 27 delle quali sono medicalizzate e degli attuali 14 punti territoriali di emergenza distribuiti sul territorio non si sa precisamente cosa accadrà».
Entrando nel dettaglio ad esempio a Messina resterà una sola ambulanza medicalizzata e un’auto medica. In provincia alcune che avevano il medico a bordo non lo avranno più. E si tratta di centri come Milazzo, Patti, San Piero Patti, Taormina, Saponara, Lipari che non potranno più contare su questo servizio. «Difficile pensare con tutte queste contrazioni come gestire con efficienza un malato in condizione di emergenza, colto da infarto, ictus, insufficienza respiratoria o shock anafilattico, in un territorio così vasto e con così pochi mezzi e medici a disposizione», prosegue Savasta.
E in ansia per questo nuovo piano sono tutti gli operatori del 118. «Non solo noi medici, ma anche gli autisti/soccorritori, che oltre a rischiare di subire forse una contrazione dei posti di lavoro, si troveranno a breve a dover gestire da soli, anche per lunghi periodi, molte emergenze sul territorio – conclude Savasta – . Ma stavolta è soprattutto l’utenza, abituata fino ad ora a ricevere in pochi minuti un medico a casa digitando il numero 118, che temendo le ricadute sul servizio attende una repentina precisazione e smentita da parte dell’assessore della Salute in merito ai tagli previsti per la città e la provincia di Messina». Un’area che si estende lungo la costa ionica e tirrenica ed è schiacciata tra le catene montuose peloritane e nebroidee, molto popolate. A Messina a difesa dei medici del 118 è pronta a scendere in campo Cittadinanzattiva e non si esclude una class action ed un ricorso al tribunale amministrativo.
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