Messina, l’indagine su Gettonopoli Chiesto rinvio a giudizio per 19 consiglieri

Chiesto il rinvio a giudizio per 19 consiglieri comunali di Messina, indagati dell’inchiesta Gettonopoli. Rispetto ai 23 inizialmente coinvolti, il cerchio dunque si è ristretto. Contestati a vario titolo i reati di truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio

Il 12 novembre scorso l’inchiesta condotta dalla Digos aveva puntato i riflettori sul palazzo comunale. Da novembre 2014 a gennaio 2015 i poliziotti hanno monitorato per 90 giorni ogni seduta di commissione, che consentiva al singolo consigliere di percepire un gettone di presenza di 56 euro. Attraverso riprese di telecamere nascoste e intercettazioni telefoniche, gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, hanno documentato il veloce passaggio dalle salette delle commissioni dei consiglieri comunali che arrivavano, firmavano e andavano via, assicurandosi così il gettone di presenza. 

È stata così accertata la presenza in sala commissione di qualche consigliere per soli tre minuti, a volte anche meno, fino ai tempi record di uno o due minuti. Il caso più eclatante è quello di un consigliere trattenutosi nella saletta commissioni appena 20 secondi. Un meccanismo che, secondo la procura, riguardava la maggioranza dei consiglieri. Lo scorso novembre per 12 indagati era scattato l’obbligo di firma alla polizia municipale. 

Oggi arriva la richiesta di rinvio a giudizio per 19 che dovranno comparire davanti al gup il prossimo 17 marzo. Si tratta di Carlo Abbate, Pietro Adamo, Pio Amadeo, Angelo Burrascano, Antonino Carreri, Andrea Consolo, Giovanna Crifò, Nicola Salvatore Crisafi, Nicola Cucinotta, Carmela David, Paolo David Libero Gioveni, Pietro Iannello, Maria Perrone, Nora Scuderi, Santi Sorrenti, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino, Santi Daniele Zuccarello.

Niente processo per Giuseppe Trischitta, Carlo Cantali, Donatella Sindoni e Rita La Paglia.

Simona Arena

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