Sono assiepati tra i piloni che sorreggono il viadotto Ritiro dell’autostrada A20. Da decenni un groviglio di case e di attività commerciali, abitate da un centinaio famiglie, convive con la presenza, 80 metri sopra la loro testa, di quella bretella fondamentale per la viabilità attorno a Messina. Adesso, però, com’era previsto dal progetto di consolidamento da 43 milioni di euro, se ne devono andare. Quello che non si aspettavano, però, è la durata dell’esodo forzato: due anni.
Non lo sapevano fin quando non hanno ricevuto la lettera del Consorzio autostrade siciliane che comunicava loro la data prevista per lasciare le abitazioni. Il prossimo 19 settembre dovrebbero partire le operazioni, anche se molti dei residenti non hanno ancora ricevuto alcuna missiva. «A me è arrivata solo la prima comunicazione in cui ci avvisavano che avremmo dovuto lasciare la casa e rinviava a un’altra comunicazione che ci avrebbe indicato tempi e modalità», spiega un residente.
Ma a quanto pare non si tratta più di 15 giorni come inizialmente era stato detto. «Due anni è un tempo troppo lungo, dove dovrei andarmene?», si chiede il titolare di una ferramente all’idea di un trasloco. «Un conto è andar via per due settimane e poi tornare – spiega – un’altra cosa e pensare di abbandonare tutto per 24 mesi». Sotto il viadotto ad aspettare sono anche diversi commercianti che tremano al’idea di dover abbassare le saracinesche per due anni. Loro non hanno ancora ricevuto nessuna lettera, «perché – spiega il direttore generale del Cas, Leonardo Santoro – la loro posizione sarà valutata in una riunione mercoledì, ma è certo che il loro allontanamento non durerà 24 mesi».
Leonardo Santoro, direttore generale del Cas, precisa che «chi non ha ancora ricevuto la lettera non dovrà andare via per due anni, ma per meno tempo». E che, in ogni caso, la soluzione dei 24 mesi era stata condivisa da molti residenti, preferendo questa alla possibilità di sgomberi a singhiozzi: più volte per meno tempo.
Chi invece ha ricevuto la lettera non è in molti casi soddisfatto del contributo economico che il Cas è pronto a versare. «Ci siamo già rivolti a un legale», conferma un signore di mezza età che vive lì con la famiglia. Oltre un milione e mezzo di euro è la somma che il consorzio autostradale spenderà per le cento famiglie che nei prossimi 24 mesi dovranno trovarsi un alloggio diverso. Si parla di cifre che oscillano tra i 15 e i 20mila euro per famiglia. «Avrebbero fatto prima a consegnarci un indennizzo e avremmo lasciato le case, anche perché comunque abbiamo un viadotto che ci passa sopra la testa», è la tesi del capo famiglia.
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