Nove anni dopo la sua morte, l’attore messinese Tano Cimarosa ha ricevuto degna sepoltura. Ha trovato posto nella sezione dedicata agli uomini illustri che si trova all’interno del camposanto di Messina. «Strappò sorrisi all’inopia del dopoguerra e a quanti vennero dopo». Questo l’epitaffio che adesso si trova impresso sulla lastra marmorea che rende omaggio a uno degli attori più amati dai messinesi, noto per aver interpretato lo stereotipo del siciliano medio, spaziando dai ruoli comici a quelli drammatici. «Questa sepoltura doveva essere immediata e automatica, ma così non è stato», ha detto il nipote e regista Salvatore Arimatea che in questi anni ha lottato perché venisse onorata la memoria dello zio. «Lui parlava sempre di Messina – ha affermato – è stato uno dei più gradi caratteristi del nostro cinema dentro e fuori dal set. Non passava inosservato nemmeno quando entrava in metropolitana».
Il giorno della civetta e Nuovo cinema Paradiso sono solo due delle tante pellicole che hanno visto la partecipazione di Gaetano Cisco, meglio conosciuto come Tano Cimarosa. Nato a Messina il primo gennaio del 1922, fratello dei meno noti attori Michele e Giovanni, la sua carriera ha inizio a Roma, dove si era trasferito nei primi anni Cinquanta. Il ruolo che lo ha reso noto forse più di tutto è legato al personaggio del mafioso Zecchinetta ne Il giorno della civetta, diretto nel 1967 da Damiano Damiani. Nella sua lunga e ricca carriera, non mancano le comparse insieme a pezzi storici del mondo del cinema, come quella accanto ad Alberto Sordi ne Il medico della mutua, dove interpreta il ruolo del padre di una famiglia numerosa. In Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata è il tipico emigrato, ruolo che interpreta anche in Pane e cioccolata di Franco Brusati del 1974. Cimarosa si cimenta anche nella regia e realizza tre pellicole: il thriller-erotico Il vizio ha le calze nere (1975), il poliziottesco No alla violenza (1977) e Uomini di parola (1981), girato nella provincia messinese.
Cimarosa è stato una costante nei film del regista Giuseppe Tornatore tra i quali Nuovo cinema Paradiso, L’uomo delle stelle, Una pura formalità. Il 24 maggio del 2008 muore a Messina, che adesso ne ricorda la scomparsa. Oggi su quella tomba non c’è più una gettata di cemento anonima, ma una lapide donata da una ditta e da José Villari di Todo Modo, casa di produzione, che ha realizzato anche un cortometraggio. «Un’iniziativa lodevole con la partecipazione a vario titolo di privati – ha dichiarato l’assessore Daniele Ialacqua – e che rappresenta un atto doveroso nei confronti di un messinese che ha dato lustro alla nostra terra. Con la collocazione della lapide nella tomba di Tano Cimarosa – conclude Ialacqua – inizia un percorso che mi auguro possa coinvolgere altri cittadini illustri e non sepolti al cimitero monumentale».
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