Le esondazioni dei torrenti a Barcellona e Milazzo sono ancora vive nella memoria degli abitanti dei due Comuni tirrenici. E a un anno di distanza la situazione non è cambiata. Sono 99 i torrenti che necessitano interventi urgenti. A Messina sono Portella Arena, Zafferia, Larderia, Calamona, Giudeo e Briga. I territori comunali indicati dal Genio civile dove operare prima dell’imminente arrivo della stagione delle piogge sono quelli di Cesarò e Capo d’Orlando.
A lanciare l’allarme è l’ingegnere capo Leonardo Santoro. E lo fa inviando una nota all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, al dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione e al prefetto. Indicando anche cosa serve fare. Cominciando da «un rapido svuotamento degli alvei al fine di evitare pericolosi fenomeni di esondazione», perché rimane «gravissimo lo stato di sovralluvionamento di numerose fiumare della città metropolitana di Messina». La richiesta contenuta nella missiva è sempre la stessa da un anno a questa parte. Santoro chiede di essere autorizzato a eseguire interventi di rimozione dei depositi di materiale alluvionale nei torrenti.
Richiesta che segue quella del 4 giugno del 2015. Stesso argomento, ma problemi aumentati rispetto a dodici mesi fa perché, scrive l’ingegnere capo, i fenomeni di «sovralluvionamento, dovuti alla mancata o ridotta capacità di trasporto solido da parte dei corsi d’acqua ricadenti nel territorio della città metropolitana, risultano essersi aggravati a seguito degli eventi alluvionali della stagione autunnale 2015». Situazione che si aggrava ancor di più «nelle tratte fluviali che attraversano territori fortemente urbanizzati» come ad esempio a Furci dove il letto del torrente supera la sede stradale. «È facile immaginare cosa succederebbe in caso di esondazione», sottolinea Santoro che ribadisce come situazioni simili siano diffuse.
Per intervenire servono un centinaio di autorizzazioni per altrettanti interventi. La mancata rimozione di detriti che si è accumulata nel tempo «ha generato situazioni di pericolosità che, a causa dell’innalzamento della quota d’alveo, ha prodotto rischi di esondazione delle acque ed il conseguente pericolo di alluvionamento dei centri abitati circostanti». Santoro nelle lettere ha elencato i vari interventi di mitigazione del rischio idraulico e i torrenti in cui è necessario eseguire dei lavori. Ma le missive non hanno trovato riscontro.
L’ingegnere capo del Genio civile non ha perso le speranze ed è tornato a chiedere alla Regione l’autorizzazione «alla redazione di perizie esecutive» per procedere con gli interventi «di manutenzione straordinaria degli alvei». E va oltre, invitando a cambiare la normativa del 1990 che «ha indirettamente concorso ad aggravare la manifesta situazione di pericolo». La disposizione vieta «a qualsiasi titolo il prelievo di materiale dagli alvei». Un divieto che di fatto «ha impedito, ad oggi, la realizzazione degli interventi proposti che, per le ragioni di incolumità pubblica sopra esposte, risultano ormai assolutamente indifferibili per garantire condizioni di sicurezza alle popolazioni che vivono negli areali limitrofi ai corsi d’acqua».
E i torrenti sono finiti al centro anche di un’indagine della procura di Messina. Il sostituto Vincenzo Barbaro ha aperto un fascicolo in materia ambientale puntando i riflettori sulla qualità delle acque che vengono raccolte da fiumi e torrenti che finiscono in mare. Numerose le segnalazioni quest’estate da parte di bagnanti e residenti sulla presenza in mare di liquami. Denunce che hanno portato l’Agenzia regionale per l’ambiente e l’azienda sanitaria provinciale ad effettuare delle analisi. E il primo divieto di balneazione è già scattato. Il sindaco lo ha disposto per la spiaggia che sorge in corrispondenza della foce del torrente Annunziata perché è emerso che in quel tratto di mare arriva un po’ di tutto. Dai coliformi fecali ai rifiuti provenienti forse da discariche abusive.
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