Il guanto della sfida è lanciato. Alla proposta di Piero Adamo (Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale) di sfiduciare il sindaco di Messina, lo scorso settembre, fa seguito oggi la mozione depositata da quattro consiglieri comunali: Antonella Russo (gruppo misto), Nora Scuderi (Il Megafono), Donatella Sindoni (Pd) e Santi Daniele Zuccarello (Progressisti democratici). Per domani è attesa un’analoga iniziativa del Pdr. Se si tiene conto della recente presa di posizione della capogruppo del Nuovo centrodestra, Daniela Faranda, e dell’invito odierno a fare altrettanto da parte del vice coordinatore regionale dei club Forza Silvio, la poltrona di Renato Accorinti sembra iniziare davvero a scricchiolare.
La mozione di sfiducia è «volutamente aperta ai contributi e alle argomentazioni che altri consiglieri comunali vorranno fornire». Ad Accorinti vengono imputate «gravi inadempienze rispetto all’originario programma elettorale e il grave stato politico, economico e amministrativo» della città. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, paradossalmente, l’emergenza idrica, «che ha fatto emergere l’inefficienza della macchina organizzativa comunale». Senza assolvere le «pecche organizzative della società partecipata Amam Spa».
Sulla gestione dell’emergenza gravano, va detto, gli ostacoli denunciati dal vice sindaco, Guido Signorino, venerdì scorso. Così come le scelte politiche, precedenti all’amministrazione Accorinti, sull’impiego di una sola fonte di approvvigionamento, l’acquedotto di Fiumefreddo, e il grave dissesto idrogeologico dell’area che lo ospita. In questo senso appare evidentemente in ritardo la proposta di ieri del Genio civile, al tavolo dell’unità di crisi, di realizzare urgentemente una rete di convogliamento delle acque piovane. Al pari di un sistema di protezione della condotta di Fiumefreddo, a carico di Comune e Amam, al quale si sarebbe dovuto provvedere da tempo.
La crisi, è evidente, è stata gestita su un doppio binario, frutto dei cattivi rapporti tra il primo cittadino e il prefetto, Stefano Trotta. Proprio i continui richiami di quest’ultimo sono tra le cause ulteriori della mozione: dall’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati alle infiltrazioni malavitose nella gestione della Vara, dalla mancata applicazione del protocollo Dalla Chiesa nell’affidamento di appalti pubblici all’esautoramento del Comune nella gestione della stessa emergenza idrica, l’elenco è nutrito. Ma all’esecutivo municipale vengono rimproverati pure «i gravi rilievi mossi al piano di riequilibrio» dal ministero, cui «non sono seguiti comportamenti idonei a eliminare le criticità riscontrate». Idem per il consuntivo 2013. Nel mirino, ancora, «la perdita dei fondi Pac e di altri finanziamenti a causa della mancata o ritardata presentazione dei progetti; la grave situazione dei rifiuti» che ha comunque condotto a un innalzamento dell’aliquota della Tari.
Domani, alle 10, nella sala delle commissioni consiliari, sarà Salvo Versaci, coordinatore provinciale del Pdr, ad avanzare una parallela proposta di sfiducia, alla presenza dei deputati regionali Marcello Greco e Beppe Picciolo e dei cinque consiglieri di riferimento: «Siamo certi, porterà alla più ampia adesione possibile, indispensabile per la realizzazione di una mozione di sfiducia costruttiva e attuabile». Ad auspicare una convergenza è Giuseppe Munaò, vice coordinatore siciliano dei club Forza Silvio, stigmatizzando «l’impreparazione, le bugie sostenute e la figuraccia alla quale il sindaco ha sottoposto l’intera città di Messina, intervenendo nei vari talk show televisivi nazionali». Al coordinatore regionale, Enzo Gibiino, la richiesta di apertura di «una fase di discussione all’interno di Forza Italia, evitando di lasciare eventuali decisioni in capo ai singoli consiglieri». «L’esperienza Accorinti è giunta definitivamente a termine – aveva già dichiarato Faranda alla fine della scorsa settimana – la sfiducia è nei fatti e si tradurrà entro pochi giorni in atti concreti con la mia firma». A generare forti reazioni, non solo le criticità emerse nella gestione dell’emergenza ma soprattutto alcune dichiarazioni del primo cittadino prive di fondamento, a partire da quella, ieri a L’Arena di Giletti, secondo la quale avrebbe rinunciato all’indennità. Notizia di cui non si è però ancora avuto riscontro.
Fuorviante anche quando alle 7,40 del 30 ottobre, su Facebook, ha annunciato – facendosi smentire subito dopo dall’Amam, che «in tarda mattina dovrebbe arrivare la prima acqua nelle case dei messinesi». O quando, poche ore dopo, all’Ansa, spiegando le ragioni della sua trasferta a Torino per l’assemblea dell’Anci, avrebbe riferito di non essersi mosso da Messina «finché non ho visto l’acqua riuscire dai rubinetti delle case». Nemmeno di questa notizia si è mai avuto riscontro.
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