Matteo Messina Denaro è stato visitato già ieri mattina nell’infermeria del carcere Le Costarelle de L’Aquila. La struttura di massima sicurezza in Abruzzo dove è detenuto, in regime di 41bis, dopo l’arresto avvenuto nella clinica privata La Maddalena a Palermo. A visitare l’ex superlatitante, in un incontro durato circa un’ora, è stato il professor Luciano Mutti, il primario del reparto di Oncologia a gestione universitaria dell’ospedale San Salvatore. Stando a quanto emerso finora, tutte le terapie e le procedure mediche di cui necessita (Messina Denaro ha un tumore al colon e soffre anche del morbo di Crohn) verranno attuate preferibilmente all’interno del carcere. Una pratica che sarebbe prevista per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale che farebbero scattare misure di sicurezza molto importanti.
La prima visita per Messina Denaro che è l’inizio di una complessa procedura, medica e organizzativa, che porterà a stilare un programma di cure per il boss mafioso. Erano stati gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa, a confermare il fatto che le sue condizioni di salute fossero compatibili con il regime carcerario. «Ci è perfino sembrato in buona salute. Mai avremmo detto che fosse malato». Dichiarazioni più caute sono poi arrivate da Vittorio Gebbia, il responsabile di Oncologia medica della clinica palermitana dove il boss stragista era in cura e dove è stato catturato. «Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute».
Adesso i sanitari stanno analizzando esami e documenti inviati dai medici di Palermo, poi verrà stabilita la strategia d’intervento tra cui anche la chemioterapia. Somministrazione che, secondo quanto si è appreso finora, sarà effettuata in uno spazio riservato in carcere alla presenza di un oncologo, probabilmente lo stesso professor Mutti. Intanto, l’azienda sanitaria de L’Aquila ha preso in carico il paziente ed è in contatto con l’amministrazione carceraria.
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