Archiviata almeno per il momento la questione piano di riequilibrio, il sindaco Cateno De Luca ha voluto vederci chiaro nella situazione che ha generato un’emergenza rifiuti come non la si vedeva dal 2016. E così ha cominciato un giro dei quartieri invitando la popolazione a segnalare le zone dove ancora fossero presenti criticità sul territorio. Adesso, il primo cittadino ha preso la decisione di far scortare tutti i mezzi e gli addetti alla raccolta della spazzatura dalla polizia municipale per poter verificare il lavoro.
Mentre la procura è stata invitata a fare chiarezza su intoppi burocratici, guasti e mancanza di pezzi di ricambio, dallo scorso primo novembre su 13 autocompattatori attivi in città ne sono rimasti in funzione solo sei, mentre dei 20 mezzi per la raccolta in circolazione ce ne sono soltanto due. Così, in poche settimane, Messina si è trovata sommersa dai rifiuti. Per fare fronte a questa emergenza il sindaco, dopo aver riunito i vertici di Messina servizi bene comune ha dato pieni poteri al direttore generale Aldo Iacomelli con un aut aut: «Entro il 30 novembre la città deve tornare a essere pulita».
Alla scadenza dell’ultimatum manca davvero poco e restano ancora delle zone della città in cui la spazzatura invade strade e marciapiedi. Da qui la decisione del primo cittadino di far scortare tutti i mezzi per la raccolta dell’immondizia dalla polizia municipale e verificare come si lavora: «Sono pronte 30 squadre per scortare dall’1 al 31 dicembre tutti mezzi di raccolta e gli addetti al servizio – ha annunciato su Facebook De Luca -. Nel frattempo procederemo ad acquistare e installare i Gps su ogni mezzo. Da questo momento detterò io modalità e tempi».
A far scattare la reazione del sindaco sarebbe stato un messaggio postato sulla sua pagina social in cui un dipendente, rimasto anonimo, denuncia il comportamento scorretto dei colleghi per ritardare il lavoro e accumulare ore di straordinario. Secondo l’informatore anonimo, i colleghi «rallentano la raccolta in modo tale che poi per risolvere la crisi bisogna fare i doppi e tripli turni e a dicembre si prendono anche fino a cinquemila euro tra straordinario e bonus». Arriverebbero così a fare cento ore di straordinario e, sempre secondo la talpa, conniventi sarebbero «i capi servizio che danno ordine di andare a uno, ciò significa che il lavoro che si potrebbe fare in un giorno, lo si fa in quattro, lasciando cumuli di spazzatura in posti nevralgici. E se qualcuno tra i lavoratori si rifiuta, lo mettono di turno dalle 21 alle 3 di notte e gli fanno le peggiori angherie».
Accuse che hanno infastidito i lavoratori. A parlare è Saro Scudellà, rsu di Messina servizi bene comune. «Noi lo abbiamo accolto con gli applausi e adesso ci accusa? – chiede -. Come lavoratori continuiamo a fare il nostro lavoro, anche se mancano i mezzi. C’e un solo bobcat per raccogliere i rifiuti lasciati per terra. Gli altri li raccogliamo a mano. Il lavoro è quadruplicato». Il dipendente della Messina servizi ricorda che «anche la chiusura della discarica ha giocato contro il piano dettato per riportare alla normalità la situazione».
Ieri sera, intanto, mentre venivano rimosse delle montagne di rifiuti, l’unico bobcat in funzione si è fermato. In un primo momento si è pensato a un guasto ma poi, invece, si è scoperto che era rimasto a secco di gasolio. «Avevo già chiesto dieci giorni fa almeno quattro bobcat in servizio presi a noleggio e invece nulla», ha chiosato il sindaco.
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