Messina, il cambiamento si scontra coi dipendenti «Forti resistenze, altri assessori potrebbero lasciare»

«In questo palazzo, solo una percentuale di dipendenti lavora con grande professionalità». Renato Accorinti spiega così le difficoltà incontrate dalla sua amministrazione nella realizzazione di quel cambiamento dal basso professato in campagna elettorale, nel 2013. E lo fa nel giorno della presentazione alla stampa della nuova assessora ai Servizi sociali, Antonina Santisi, psicologa e responsabile della formazione per l’Asp 5. Il sindaco di Messina prova a illustrare le difficoltà incontrate in questi due anni, per motivare la scelta di Nino Mantineo di farsi da parte. Un’uscita di scena polemica, lo scorso 14 agosto, con accuse anche ai colleghi di giunta. Accuse in cui il primo cittadino non si riconosce, preferendo porre l’attenzione su certi limiti della macchina amministrativa: «Altri, tra i miei assessori, potrebbero non farcela – avverte – perché il lavoro, qui, è durissimo. A repentaglio è anche il loro equilibrio familiare».

Il Comune di Messina è, secondo Accorinti, l’emblema di quanto accade ovunque: «Ovviamente, abbiamo incontrato forti resistenze da parte del personale. Ovunque c’è gente che non ha amore per quel che fa o per la propria città. Come chi getta i rifiuti per strada. O nella scuola (il sindaco è professore di educazione civica, ndr), dove avevo colleghi che arrivavano con 40 minuti di ritardo. In questo palazzo (palazzo Zanca, ndr) ci sono persone straordinarie e altre meno. C’è una grande difficoltà oggettiva nel cambiare le cose. Un assessore che non trova gli strumenti per scardinare il sistema può stancarsi. Per dignità c’è chi passa la mano ma il cambiamento sta arrivando, giorno per giorno».

«Mantineo mi ha confermato la propria stanchezza, che proviamo tutti – gli fa eco l’assessore alla Cultura, Antonino Perna, anche lui, lo scorso anno, a un passo dalle dimissioni – doveva viaggiare per insegnare a Catanzaro e, in più, doveva avere a che fare con una macchina amministrativa complessa». Una macchina da circa 1.850 dipendenti, di cui quasi 300 precari. L’assessore dimissionario, durante il proprio mandato, ha manifestato non pochi problemi di compatibilità con Giovanni Bruno, oggi vicesegretario generale ma fino a poco tempo fa dirigente ad interim dei Servizi sociali. Nella sua lettera di dimissioni, lamenta la mancata riorganizzazione del dipartimento, attualmente in mano, sempre ad interim, a Letteria Pollicino.

Sintomatiche di certe criticità, le accuse del sindaco, nell’aprile 2014, in concomitanza con la Pasqua, ai dipendenti di Messinambiente, rei a suo dire di boicottare la raccolta dei rifiuti durante le festività. Risale, poi, a pochi giorni fa la reintegra, da parte della giunta municipale, di un dirigente della stessa partecipata, Natale Cucè, licenziato in tronco «per gravi mancanze», il 27 marzo, da Alessio Ciacci, commissario liquidatore della società fino a luglio, senza consultare l’esecutivo. La reintegra ha generato il malcontento di Cambiamo Messina dal Basso che, pur sostenendo l’amministrazione insieme a un altro movimento, Indietrononsitorna, contesta la «mancanza di partecipazione nelle scelte di fondamentale importanza».

Sempre all’inizio del 2014 i dissidi tra il sindaco e l’ex comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi, che lo ha denunciato per mobbing e abuso d’ufficio a causa del trasferimento – impugnato pure davanti al Tar – all’Avvocatura. Recentemente i dissapori sono cessati ma Ferlisi ha rassegnato comunque le dimissioni dalla guida della polizia municipale a seguito dell’ennesima aggressione avvenuta, da parte di estranei, all’interno del municipio.

Da parte sua, la nuova assessora Santisi annuncia come primo atto l’istituzione dell’ufficio dei Servizi sociali. Quanto ai contestati affidamenti alle cooperative, si riserva di decidere dopo aver studiato la situazione ma medita di «intervenire sui bandi e sulle clausole che possono comportare il recesso», precisando che ci sono «servizi che possono essere esternalizzati, altri no». «Importante è il processo di accreditamento», spiega, mentre sull’accoglienza dei migranti punta sulle «alleanze», tentando di ricucire lo strappo del suo predecessore con la prefettura: «Importante non è piacersi, ma condividere gli obiettivi». Infine, nessuno spostamento, in termini di personale, in vista: «Intendo lavorare sulla resilienza per capire se ci sono possibilità di rimotivare i dirigenti».

Fabio Bonasera

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