Pornografia minorile. Questa l’accusa rivolta al giudice della Corte d’appello di Reggio Calabria, Gaetano Maria Amato, arrestato oggi a Messina dalla polizia. L’uomo, che da gennaio lavora nella sezione penale, adesso rischia la sospensione dalla funzione e la collocazione fuori organico.
A dare la notizia, citando fonti giudiziarie, è stata l’Ansa. L’inchiesta è coordinata dai magistrati Maurizio De Lucia e Giovannella Scaminaci, l’ipotesi di reato è quella prevista dall’articolo 600 ter del codice penale e riguarda lo sfruttamento di minori per la produzione o commercializzazione di materiale pornografico. Con pene previste che vanno dai sei ai dodici anni.
A indagare su Amato sarebbe stato anche il compartimento della polizia postale di Catania. Tuttavia, al momento, vige il massimo riserbo sui risultati delle indagini e sugli eventuali ritrovamenti di materiale compromettente negli apparecchi elettronici e informatici usati dal giudice. Sembra invece certo che i fatti sarebbero avvenuti a Messina.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa, «l’ispettorato del ministero della Giustizia aveva già richiesto valutazioni urgenti sul caso» e adesso «ha fatto richiesta dell’ordinanza di custodia cautelare», con l’intento di avviare il procedimento disciplinare.
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