Alessandra Musarra è stata strangolata. Con talmente tanta forza che le è stato fratturato l’osso della gola. Gli esiti dell’autopsia sul corpo della ventinovenne di Santa Lucia sopra Contesse hanno confermato la dinamica ricostruita dalla squadra mobile sul femminicidio avvenuto l’8 marzo scorso a Messina.
Il medico legale Patrizia Napoli ha consegnato le risultanze dell’esame autoptico in procura. «È stata una morte asfittica», perché qualcuno l’ha strangolata oppure perché qualcuno l’ha strattonata e stretta talmente forte da lesionarle due vertebre cervicali. E secondo la procura a stringere le mani attorno al collo di Alessandra la notte tra il 7 e l’8 marzo scorso è stato il fidanzato, il 26enne Cristian Ioppolo che da quel giorno si trova in carcere con l’accusa di femminicidio. Oltre alla frattura dell’osso della gola, il medico legale ha riscontrato le tracce di unghiate sul volto della ragazza ed è inoltre emersa «la sublussazione di due vertebre cervicali alte» che potrebbero essere appunto la conferma di «una presa violenta con forte strattonamento».
La gip Tiziana Leanza lo scorso marzo ha confermato l’arresto di Ioppolo applicando la custodia cautelare in carcere. In quell’occasione il magistrato escluse l’aggravante della stabile convivenza. Ioppolo durante i vari interrogatori in questura, e poi anche davanti al giudice, affermò di non ricordare tutto quanto era accaduto quella notte, ma il magistrato ritenne che si trattasse di una strategia non credendo alla patologia mentale di cui ha detto di soffrire il ragazzo durante il primo interrogatorio. A supporto della tesi, il gip indicò il messaggio telefonico che Ioppolo inviò al padre di Alessandra simulando di essere la figlia che chiedeva aiuto perché c’era l’ex ragazzo. Un messaggio inviato da Ioppolo proprio per depistare le indagini e allontanare i sospetti sulla sua persona.
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