Messina, Accorinti ascoltato da commissione antimafia «Vinto nonostante Cosa nostra abbia votato contro me»

Nelle elezioni del 2013 Renato Accorinti ha battuto la mafia. O per meglio dire è riuscito a superare i suoi avversari nonostante il supporto che la criminalità organizzata avrebbe fornito a questi ultimi, in termini di consenso elettorale. A esserne convinto è lo stesso primo cittadino di Messina, che stamattina è stato ascoltato dalla commissione regionale Antimafia, presieduta da Nello Musumeci

All’ordine del giorno, i recenti fatti che hanno coinvolto la politica del capoluogo peloritano, con l’inchiesta della Procura che ha portato, tra gli altri, all’arresto del consigliere comunale Paolo David, l’ex capogruppo del Pd e uomo di fiducia del deputato Francantonio Genovese accusato di voto di scambio con, appunto, la mafia. «Le mafie alle scorse elezioni amministrative hanno votato contro me», ha detto Accorinti commentando l’audizione. 

Il primo cittadino ha poi fatto riferimento a «episodi di voti di scambio pilotati dalle cosche» che avrebbero confermato come Cosa nostra abbia il «potere di bloccare l’andamento del processo democratico». Parlando della recente inchiesta della magistratura, Accorinti ha sottolineato che «la mafia è arrivata a un filo dalla vittoria», definendo questo «un fatto di una gravità assoluta». Negli scorsi giorni, l’attenzione attorno al Comune di Messina è tornata a salire, dopo il ritrovamento di una testa mozzata di un capretto e di una bomba carta nei pressi del palazzo di città.

Nel corso dell’audizione, il sindaco si è poi espresso anche sul tema della nomina dei sindaci metropolitani. A differenza dei colleghi di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, Accorinti ritiene che la scelta di affidare la città metropolitana automaticamente al primo cittadino del capoluogo sia sbagliata. «È folle affidare al sindaco di una città come Palermo, Messina, Catania o peggio Roma, l’incarico di responsabile di una città metropolitana. Un gioco di potere che porterà gli enti locali all’implosione», ha dichiarato. I motivi di ciò sono legati agli impegni di per sé gravosi dei sindaci di grandi città: «Un sindaco già super impegnato sul territorio non può svolgere altre mansioni e in un ambito molto più vasto».

Dell’incontro ha parlato anche lo stesso Musumeci. «Particolare attenzione è stata rivolta alla società partecipata MessinaAmbiente, ai difficili rapporti del sindaco con la prefettura di Messina e con il collegio dei revisori dei conti, al fenomeno dell’abusivismo negli alloggi popolari, alla mancata adozione di alcuni regolamenti comunali e alla vigilanza sui lavori pubblici». Per il presidente della commissione regionale Antimafia, la politica a Messina «ormai da almeno un decennio, dimostra di non avere sufficienti anticorpi per tornare ad essere autorevole». Su Accorinti: «L’audizione del sindaco è stata utile anche se non ha saputo rispondere ad alcune importanti nostre osservazioni. Gli abbiamo chiesto l’integrazione di documenti mentre nei prossimi giorni ascolteremo anche il direttore generale ed altri dirigenti apicali».

Redazione

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