Mentre a Catania si contesta, a Torre del Grifo si brinda I tifosi: «Spaccatura netta tra noi e la società»

È martedì sera, intorno alle 21. A Torre del Grifo, quartier generale del Catania, giocatori, tecnici e dirigenti del club ricevono gli sponsor per la cena d’auguri natalizi. Nel mentre, in piazza Dante, nel pieno centro storico della città, ha inizio la riunione degli ultrà rossazzurri, estesa stavolta a tutti i tifosi rossazzurri, senza alcuna distinzione. Misura straordinaria che raccoglie l’indignazione popolare seguita alla gestione del caso-Sannino, l’allenatore sfiduciato pubblicamente dal presidente Antonio Pulvirenti e tuttavia non ancora esonerato. Anche per il rifiuto in serie da parte dei successori finora contattati, sussurrano da Milano.

Circa quattrocento i presenti che ascoltano in piedi Michele Spampinato, voce di riferimento della curva Nord, che spiega le ragioni della proposta, accolta per acclamazione, che invita tutti i tifosi rossazzurri a non entrare al Massimino già in occasione della partita prevista sabato, contro il Brescia: «Va coinvolta l’intera città. Chiunque condivida con noi l’amore per il Catania è chiamato a prendere una posizione netta, dimostrare di stare contro chi sta affossando la società, rimanendo fuori dallo stadio a tifare insieme a noi». Una precisazione è d’obbligo: «Ci vedremo in piazza Spedini, alle 13.30 di sabato. A nessuno verrà impedito l’ingresso, spero però che la coscienza faccia sentire un verme chiunque decida di entrare».

La motivazione sulla quale si fonda il consenso dei presenti è la gestione del club, da quando a dirigerne le operazioni da amministratore delegato è Pablo Cosentino. «In questo momento c’è una spaccatura netta tra noi-tifosi e loro-società. Pulvirenti, sebbene in difficoltà, deve scegliere da che parte stare. O sta con noi o sta con gente come i Cosentino, i Moggi, i Ventrone. Tutte figure che in altre piazze hanno sempre fallito, e questo non ci fa dormire la notte». Scelta chiesta in tempi brevi, perché funzionale, nella logica della protesta, al mercato di gennaio: «Questa squadra ha bisogno di tanti giocatori per salvarsi. Altrimenti rischia la serie C, che per noi cambia poco ma per la società potrebbe essere una tragedia economica fatale. La stagione è ancora salvaguardabile, perché il livello è scarso, ma con questa situazione nota ormai a tutta Italia, a Catania non verrà nessun giocatore». La riunione si conclude tra applausi, inni, battimano e cori polemici verso l’amministratore delegato Cosentino. La contestazione è appena iniziata. Nel mentre, magari, a Torre del Grifo si stava giustappunto brindando alla salute. Chissà..

Marco Di Mauro

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