Mef, minoranza attendista. Tantillo: «Non serve urlare» «Subito commissione di trasparenza sulla relazione»

«Alla prossima conferenza dei capigruppo chiederò che venga insediata la commissione di Trasparenza e Garanzia composta da tutti i capigruppo e presieduta da un membro dell’opposizione. Dovrà convocare gli uffici affinché spieghino punto per punto tutti le 46 contestazioni sollevate dagli ispettori». Il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo non alza i toni dopo la relazione dei funzionari della Ragioneria di Stato discussa giovedì a Sala delle Lapidi con il sindaco Leoluca Orlando. «Sono d’accordo con alcune delle criticità messe nero su bianco nella relazione – dice a Meridionews – ma urlare non serve a niente».

Il riferimento è al diverso atteggiamento tenuto in aula dalle forze di opposizione: intransigente quello del M5S (e di Sabrina Figuccia dell’Udc), più attendista quello degli altri gruppi di minoranza. Una divergenza di vedute sfociata nello scontro verbale tra Mimmo Russo di Fdi e lo stesso Tantillo, da una parte, e i pentastellati, dall’altra, con il capogruppo Ugo Forello che puntava il dito contro il Consiglio comunale presente e passato. «Stiamo parlando di una relazione di 250 pagine, complessa e molto tecnica. Una materia non semplice da affrontare e comprendere. Apprezziamo la decisione del sindaco di istituire una commissione e soltanto alla fine dei lavori della commissione potremo avere un quadro più completo. La nostra è stata un’opposizione responsabile. Riteniamo giusto verificare alcuni passaggi, quella relazione non è il vangelo: ci sono cose condivise e altre meno ma aspetterò la commissione prima di esprimermi».

Secondo Tantillo «nel documento ci sono troppi riferimenti normativi dettagliati, cose in cui chi non ha le necessarie competenze non può addentrarsi. Per questo l’opposizione aveva chiesto in maniera congiunta di incontrare gli uffici e per questo chiederò di insediare la commissione Trasparenza. È inutile gridare, non si può sempre dire ‘va tutto male’. Il collega (Tantillo non nomina mai Forello, ndr) non era bene informato». E sulla Gesap «bisogna contestualizzare il periodo. È vero che era stata avviata la privatizzazione ma poi ci sono stati lo scandalo Helg e la valutazione dell’advisor che hanno cambiato le carte in tavola. Il sindaco venne in aula a chiarire e l’aula ne prese atto e non gli chiese mai di insistere con la vendita».

Anche sulla stabilizzazione dei precari, avviata all’epoca Cammarata e dunque sotto un’amministrazione legata a doppio filo con l’attuale capogruppo azzurro (all’epoca al Pdl), la distanza con i Cinque Stelle è marcata: «Anche in questo caso il collega non è bene informato perché i 2.900 Lsu sono stati stabilizzati con un regolare concorso interno e chiedendo prima il fabbisogno in pianta organica a tutti gli uffici. Erano persone che lavoravano per il Comune da vent’anni, mica esterni. Questo personale non è stato mai assunto, sono stati stabilizzati dopo un’interlocuzione con il governo e i ministri competenti».

Certo non mancano gli appunti all’attuale amministrazione: «Io ieri ho puntato il dito su alcuni uffici e su alcuni assessori, dopo sei mesi credo che sia il caso di fare una verifica sulla giunta. E sulla vicenda dei dirigenti condivido appieno l’opinione degli ispettori: da sempre ho sostenuto la necessità di una commissione di valutazione dei candidati». Per Tantillo la priorità ha un solo nome: partecipate. «Dobbiamo riportare in aula e rimodulare completamente i contratti di servizio e mi fa piacere che finalmente anche la maggioranza lo dica, noi lo diciamo da tempo. Ci sono cose assurde: nel contratto di servizio dell’Amat manca la copertura per il tram e c’è una stima di 30 milioni dalla Ztl. Gli ispettori hanno detto che Amap e Amat, in base alla normativa vigente, non potrebbero svolgere alcuni servizi che in realtà svolgono: anche su questo dovremmo chiamare gli uffici e capire di cosa parliamo. La situazione delle partecipate non è facile: sono vicepresidente dell’Anci e conosco benissimo i tagli imposti dalla Regione, ad esempio, al trasporto pubblico. Ci sono piccoli comuni che non possono neanche chiudere i bilanci».

Giovedì è stato tirato in ballo anche il piano pubblicità, che è stato già approvato ma manca il regolamento tecnico: «Quel piano va ritirato e rifatto o quanto meno emendato in maniera profonda. La localizzazione è molto complicata e gli operatori aspettano». La vera emergenza, per il deputato in pectore, è «l’assenza di un atto importantissimo che il Consiglio deve approvare prima possibile: manca il bilancio consolidato, senza il quale tutto si ferma. La scadenza è già stata superata e ancora il bilancio consolidato non è stato portato in aula. Per farlo il Comune ha acquistato un software dalla Regione Lazio che però non andava bene per Palermo e ha affidato a Sispi il compito di modificarlo e adeguarlo, con una spesa di 116mila euro. Sispi ha già richiesto alle aziende tutti i dati ma, da quello che so, nessuna ha risposto».

Gaspare Ingargiola

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