«Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 migranti a bordo».
Il ministro Matteo Salvini non intende dare un porto di destinazione alla nave Gregoretti della Guardia costiera italiana che ha preso in carico i 50 migranti, salvati diverse ore prima, mentre erano su un gommone alla deriva, dal peschereccio Accursio Giarratano di Sciacca. Interrotto quindi l’avvicinamento a Lampedusa.
La Commissione europea, attraverso una portavoce, fa sapere che «questa mattina ha ricevuto dall’Italia una richiesta di svolgere un ruolo di coordinamento attivo per facilitare lo sbarco dei migranti soccorsi che si trovano attualmente a bordo della nave della Guardia costiera italiana Gregoretti». Mentre il ministero dei Trasporti sottolinea che sia il salvataggio che adesso il confronto sulla destinazione sono stati concordati col ministero dell’Interno.
Il salvataggio dei 50 migranti è avvenuto grazie al peschereccio Accursio Giarratano. All’equipaggio la ong italiana Mediterranea saving humans destinerà diecimila euro della raccolta fondi come contributo di solidarietà. Lo fa sapere la stessa ong sottolineando che il comandante, l’equipaggio e l’armatore del peschereccio «si sono assunti questa responsabilità rischiando le loro vite e sacrificando il loro lavoro ed il loro reddito. Navighiamo nello stesso mare, quello dell’umanità».
La storia del peschereccio di Sciacca e le parole del suo armatore, Gaspare Giarratano, hanno fatto il giro d’Italia. «Noi soccorriamo con tutto il cuore i migranti in difficoltà, e lo facciamo anche come omaggio alla memoria di mio figlio morto – ha raccontato il 63enne – Tutte le volte che ci è capitato di incontrare migranti in difficoltà noi facciamo il nostro dovere, sbracciandoci e aiutando uomini, donne e bambini, perché è giusto così. Mio figlio Accursio – ha proseguito – è morto nel 2002, dopo una lotta lunga due anni contro un male incurabile che lo aveva colpito. Se n’è andato che aveva appena 15 anni, e la nostra barca oggi porta il suo nome. Come potremmo voltarci dall’altra parte di fronte alle richieste di aiuto che provengono da esseri umani, che possono essere anche bambini, che magari ci guardano con gli occhi di mio figlio? No, noi li salviamo, e lo facciamo anche pensando al mio ragazzo, perché lui era come noi, e da lassù ci benedice».
Giarratano ha assistito il gommone in difficoltà rimanendo affiancato al natante e garantendo assistenza ai miganti, visto anche il rifiuto di Malta di far entrare in porto il peschereccio. Solo dopo l’arrivo della nave della Guardia costiera, il Giarratano si è allontanato. «Sciacca è onorata di avere, tra i suoi figli, persone come voi», ha comunicato il vicesindaco Gisella Mondino alla famiglia Giarratano.
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