Falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio. Sono questi i reati contestati a cinque medici dell’ospedale di Noto, in provincia di Siracusa.
Le indagini, svolte dalle fiamme gialle della tenenza di Noto sotto la direzione dei sostituti
procuratori Andrea Palmieri e Salvatore Grillo, hanno riguardato le assenze di personale
medico che hanno determinato, durante la scorsa estate, nel mese di luglio, la chiusura del pronto soccorso del nosocomio netino.
In particolare, i dottori si sarebbero
refertati a vicenda falsi incidenti sul lavoro, dichiarandosi tutti inabili al servizio e
costringendo i vertici dirigenziali a chiudere il pronto soccorso a causa
dell’assenza del numero minimo di medici disponibili all’impiego. I certificati presentati prevedevano prognosi che si aggiravano in media intorno ai dieci giorni.
Sin da subito, la concomitanza dei certificati di inidoneità giunti in poche ore aveva destato sospetti e i vertici dell’Asp avevano inviato i documenti alla procura di Siracusa per eventuali accertamenti investigativi. Il direttore sanitario Rosario Di Lorenzo aveva parlato di «coincidenza che può saltare agli occhi» ma in una telefonata a MeridioNews aveva assicurato anche che si trattava di «professionisti seri», giustificando quanto accaduto con il fatto che «quando si lavora sotto organico è anche fisiologico andare incontro a infortuni o malattie».
«Che la giustizia faccia il proprio corso», è il commento del sindaco di Noto Corrado Bonfanti. «Noi eravamo intervenuti in tempo – continua il primo cittadino – perché troppe coincidenze, anzi troppe cattive coincidenze, facevano presagire al “sacco” a danno della nostra comunità». Già nei primi giorni di luglio, il sindaco aveva presentato un esposto alla caserma dei carabinieri per fare in modo che si effettuassero accertamenti e per valutare eventuali profili di penale rilevanza sugli accadimenti «nell’ambito di una vicenda amministrativa che riguardava la tutela del territorio e la salvaguardia della salute pubblica».
Anche da parte dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza era arrivata la richiesta di fare «ogni approfondimento sull’improvvisa assenza di alcuni medici. Ho la sensazione, ma spero di sbagliare – aveva concluso – che siano stati compiuti reati».
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