«L’ufficio di Presidenza di questa Assemblea ha deciso di intitolare a Piersanti Mattarella la nuova biblioteca dell’Ars». Il primo inquilino di sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè ha aperto così, questa mattina, la seduta solenne dell’assemblea regionale che si è tenuta al Palazzo Reale per ricordare l’ex presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia 40 anni fa, alla presenza del Capo dello Stato, il fratello Sergio Mattarella.
«La nuova biblioteca – ha detto Miccichè – sarà ospitata a Palazzo ex Ministeri a pochi metri da questa Assemblea, i cui lavori sono finalmente iniziati dopo 30 anni e che speriamo di potere completare il prima possibile». Nel suo intervento, il presidente dell’Ars ha ricordato come «il presidente Mattarella prese atto del fallimento della Regione imprenditrice e della mancata crescita dell’economia isolana. Fu critico anche nei confronti delle direttive per l’utilizzo dei fondi europei: ”Sono fatte in maniera tale da apparire come disegnate apposta per non essere applicate”, disse – ha ricordato Miccichè – nel corso del suo intervento all’Ars del 7 dicembre del 1979. Gli interventi infrastrutturali restano al palo, quelli assistenzialisti volano”».
Nell’aula di sala d’Ercole, davanti ai familiari di Piersanti Mattarella e alle massime autorità istituzionali, civili e militari, Miccichè ha sottolineato che «questa commemorazione non deve essere uno stanco rituale, ma l’occasione per riflettere sull’attualità del suo pensiero. Le carte in regola erano e sono la condizione preliminare per un ordinato sviluppo».
Non solo commemorazione, ma anche l’occasione per riflettere sull’attualità del pensiero di Piersanti Mattarella. «Se gli fosse stato consentito di continuare la sua opera politica e amministrativa – ha detto Miccichè – probabilmente, il Meridione e la Sicilia non si troverebbero nelle attuali condizioni di isolamento sociale ed economico».
Il presidente dell’Ars ha ricordato infatti che «Mattarella, grazie alla consapevolezza del forte divario tra Nord e Sud, fiutò per primo il pericolo che conteneva la proposta sulla costituzione della macro-regione della Padania». A questo proposito, in un articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia l’11 novembre del 1975, Mattarella scrisse che «l’enorme forza sociale, economica e finanziaria, come quella vagheggiata dal presidente della Regione Emilia Romagna, è intuibile e finirebbe per avere sulle scelte generali nazionali l’esaltazione neocapitalista della concentrazione della ricchezza e la negazione di ogni nuovo modello di sviluppo».
Micciché ha aggiunto che Mattarella «non è soltanto una figura da ricordare: le sue intuizioni, il suo modo di fare politica vanno lette, studiate e, per quanto è possibile, imitate dai giovani che si affacciano alla politica oggi». A riprendere la questione della necessità di una Regione con le carte in regola è stato poi il governatore Nello Musumeci che ha ammesso che «malgrado i generosi sforzi, la Regione siciliana con le carte in regola resta un obiettivo vicino ma non ancora raggiunto».
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