Un appalto pubblico da 325 milioni finisce nellocchio del ciclone. E quello con il quale il governo della Regione ha affidato alla Seus il servizio del 118 (si tratta del servizio per la gestione sul territorio e leventuale accompagnamento protetto in ospedale dei malati). A sollevare il caso sono due parlamentari del Pdl, Innocenzo Leontini e Nino DAsero, che, sulla vicenda, hanno presentato uninterrogazione al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e allassessore regionale alla Sanità, Massimo Russo.
I due deputati sottolineano che lautorità di vigilanza sui contratti ha ritenuto illegittimo laffidamento alla Seus del servizio 118, perché la Regione ha proceduto mediante laffidamento diretto e non con gara dappalto. E ricordano che lespressione in house providing (nata per la prima volta in sede comunitaria nel Libro Bianco sugli appalti del 1998) identifica la soluzione della “autoproduzione” di beni, servizi o lavori da parte della pubblica amministrazione, cui questultima fa riferimento quando acquisisce un bene o un servizio, attingendoli allinterno della propria compagine organizzativa senza ricorrere al mercato, cioè a terzi, tramite gara.
Questo modello, dicono Leontini e DAsero, si contrappone a quello delloutsourcing, o contracting out (la c.d. esternalizzazione), in cui la sfera pubblica si rivolge al privato, demandandogli il compito di produrre e /o fornire i beni e servizi necessari allo svolgimento della funzione amministrativa. La soluzione in house, precisano sempre i due parlamentari, scaturisce dalle seguenti condizioni: a) lamministrazione aggiudicatrice esercita sul soggetto aggiudicatario un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi; b) il soggetto aggiudicatario svolge la maggior parte della propria attività in favore dellente pubblico di appartenenza.
Visto che, in ragione del controllo analogo e della destinazione prevalente dellattività, insistono puntuti i due esponenti del Pdl, lente in house non può ritenersi terzo rispetto allamministrazione controllante, ma deve considerarsi come uno dei servizi propri dellamministrazione stessa, e che pertanto, non è necessario che lamministrazione ponga in essere procedure di evidenza pubblica per laffidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, eventualità che nel caso dellin house alla Seus non si è verificata.
Fine delle precisazioni? Niente affatto. Nello statuto della Seus – scrivono – è assente una norma che avrebbe potuto consentire la legittimità dellaffidamento in house, così come evidenziato dallAuthority. Tale lacuna avrebbe dovuto imporre agli uffici dellamministrazione regionale la revoca del provvedimento di affido e non, come si legge dalle notizie riportate dai quotidiani, la decisione, da parte dellassessore (Massimo Russo ndr), di procedere alla modifica della norma dello statuto a posteriori, che comunque non servirebbe a validare il percorso dellaffido in house.
Per Leontini e DAsero, lassessore alla Salute ha voluto imporre una soluzione, ancorché illegittima, anziché riparare ragionevolmente allerrore commesso del mancato controllo analogo, mediante la revoca del provvedimento di affido e lavvio della regolare procedura di gara, come previsto dalla legge. Quindi la stoccata non a Massimo Russo assessore regionale, ma a Massimo Russo magistrato e, quindi, giurista: La mancata applicazione delle sue competenze giuridiche, professionalmente possedute, induce a ritenere che lassessore Massimo Russo abbia fatto volutamente e consapevolmente prevalere una modalità frettolosa e arbitraria.
Alle luce di tutto questo, i due parlamentari interrogano il governo per sapere se non sia il caso di procedere alla revoca dellaffidamento in house alla Seus dellappalto da 325 milioni, da distribuirsi in tre anni. E, ancora, quante e quali siano state, dallinsediamento dellassessore alla Salute (ad oggi ndr) le procedure in house effettuate e per quali servizi e se siano stati garantiti il rispetto delle regole e i controlli di legge sui requisiti degli enti appaltanti i regime di in house.
Leontini e DAsero invitano il governo a intavolare un dialogo costruttivo con gli uffici della Procura della Corte dei Conti ai quali è stata segnalata dallAuthority lanomalia dellaffidamento alle Seus non solo per quello che riguarda lappalto evidenziato dalle notizie di stampa, ma anche per quel che riguarda il ricorso ad assunzioni e acquisto di mezzi attraverso lin house e non con regolare concorso pubblico e gara dappalto.
I due deputati invita il governo regionale a informare il Parlamento (ciè lAssemblea regionale siciliana) sugli sviluppi di questa importante vicenda venuta alla ribalta della cronaca, che segnala come sia importante che lazione della pubblica amministrazione debba essere costantemente monitorata.
Finiti i rilievi tecnici, ecco gli affondi politici. Si legge, infatti, in un comunicato vergato sempre dai due parlamentari: Dopo aver abbassato la maschera del tecnico, che gli avevano fatto abusivamente indossare, ha rivelato il vero volto, quello di un politico addirittura artefice di un nuovo movimento e leader di se stesso, alla testa di Team Sud, riempito di funzionari e dipendenti della sanità, territorio per territorio.
Un politico – aggiungono Leontini e DAsero – che, nella veste delluomo di governo, non dovendo più dare conto a nessuno, agisce a cuor leggero imponendo soluzioniarbitrarie ed illegittime, probabilmente derivanti solo dalle mire della sua nuova ed improvvisata leadership politica.
La tracotante replica dellassessore Russo -concludono i due deputati – capace persino di polemizzare con lAutority, tacciandola di interpretazione politica della vicenda, conferma la necessità dellinterrogazione ed evidenzia più che mai la gravità del momento, caratterizzato dalla spudoratezza di un cenacolo di pseudo tecnici al governo,che senza consenso e senza controllo, attuano i comportamenti più spregiudicati e si lamentano alla benché minima riserva.
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