Mascali, «Sei gay, al lido non puoi entrare» «Hanno provato a colpirmi con una scopa»

«Volevo solo aiutare un mio amico a riprendersi le sue cose, invece sono stato aggredito perché sono gay. Sono scappato, spaventato, mentre provavano a colpirmi con una scopa». Giuseppe Fiandaca è il 22enne palermitano che all’inizio di agosto, secondo il suo racconto, sarebbe stato buttato fuori malamente dal lido Eurovillage Diana di Mascali, in via Spiaggia, per via del suo orientamento sessuale. Una notizia, pubblicata stamattina dal quotidiano La Sicilia, che ha scatenato la reazione inferocita di Arcigay Catania. Che pensa di organizzare, per venerdì mattina alle 11, una manifestazione proprio davanti allo stabilimento balneare. «Sarà una risposta fortissima. Andremo e pretenderemo delle spiegazioni. Chiederemo che venga messa fuori dal locale una targhetta in cui si dice che è gay friendly», dichiara il consigliere nazionale dell’associazione per i diritti lgbtqi Giovanni Caloggero. «Voglio trasformare quello che mi è successo in una battaglia per i diritti di tutti», spiega Fiandaca a MeridioNews.

Il fatto sarebbe avvenuto circa tre settimane fa. Quando Giuseppe e un suo amico sono andati al lido per fare un breve trasloco. «Il mio amico lavorava e viveva lì. Ma aveva avuto dei contrasti con la gestione e se n’era andato – continua il giovane – Voleva riprendere le sue cose e mi aveva chiesto di dargli una mano. Quando sono arrivato, però, hanno cominciato a gridarmi che dovevo andarmene. “Sei gay, tu qui non ci puoi entrare“, mi ha detto la titolare». Che sarebbe stata subito affiancata dalla sorella e dal cognato. «Il marito della sorella mi è venuto incontro e mi ha dato uno schiaffo all’orecchio. Mentre io mi allontanavo, la proprietaria ha preso una scopa e ha provato a colpirmi con quella. Io mi sono spaventato e sono scappato».

Una reazione che non sarebbe isolata. «C’è un altro mio conoscente che lì non può entrare perché è gay e la signora non lo vuole». Non solo. A Giuseppe Fiandaca e ai suoi amici sarebbe interdetto anche l’accesso alla vicina spiaggia libera. «Noi ci andavamo spesso, la signora ci ha visti più volte. E più volte ci ha costretti ad andare via». Una situazione che il 22enne ha pensato di denunciare alle forze dell’ordine: «Ma poi mi sono fermato perché mi sono messo in contatto con l’Arcigay di Palermo e con quella di Reggio Calabria. Mi è sembrato giusto che questa storia venisse fuori tramite le associazioni, perché quello che è successo a me poteva succedere a chiunque altro e bisogna tenere alta l’attenzione su questi episodi di omofobia».

Giuseppe, che da Palermo si è trasferito a Mascali quattro mesi fa, non vuole lasciare la cittadina ionica. «Amo Mascali, la mia vita qui, la mia casa e voglio restarci. Non intendo farmi intimidire da fatti come questi. Anzi, sto cercando lavoro». E nel frattempo l’Arcigay di Catania sta pensando di organizzare una manifestazione davanti alle porte del lido di via Spiaggia, forse da fare venerdì alle 11. «Abbiamo appreso la notizia dai giornali, ma sappiamo che in quello stabilimento balneare non è la prima volta che capitano episodi simili. Solo che questa volta a loro è andata male, perché la vittima ci ha messo la faccia», spiega Giovanni Caloggero di Arcigay. «Sarò lì, in prima fila – conclude Giuseppe Fiandaca – Dormirò là se necessario, non voglio che questa cosa venga lasciata cadere». 

«Se è gay o non è gay non mi interessa, sono cavoli suoi», dichiara la donna che gestisce lo stabilimento balneare ai microfoni di alcune emittenti televisive locali. «Io avevo già detto al suo amico che, visto che io lo ospitavo, non doveva portarmi altre persone in casa. Io persone a casa mia, visto che sono da sola, non ne voglio. E gliel’ho detto. C’erano stati già dei precedenti», afferma lei, respingendo le accuse. «Non lo so com’è e come non è – dice – Lui me le stava suonando, a me. A casa mia. Nessuno gli ha messo le mani addosso, bugiardo». E annuncia: «Io me ne vado dai carabinieri». 

Luisa Santangelo

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