Ha chiuso la sua agenzia immobiliare intorno alle 21. Meno di due ore dopo – tra le 22 e 30 e le 23 – qualcuno ha cosparso di liquido infiammabile l’ingresso dell’attività, a poche decine di metri dalla statale 114 e dalla piazza centrale di Mascali. Le fiamme si sono propagate rapidamente all’interno passando da una finestra, bruciando materiale pubblicitario, rovinando alcuni computer e annerendo le pareti. Sull’origine dolosa i vigili del fuoco di Riposto non hanno dubbi, è stata anche trovata una borsa che conteneva la bottiglia col liquido infiammabile a qualche metro dall’ingresso dell’agenzia. «Danni per qualche migliaio di euro», stima Luigi Messina.
E’ lui, immobiliarista 48enne la vittima dell’attentato incendiario di stanotte. Un episodio inquietante che apre nel peggiore dei modi la campagna elettorale per la poltrona di primo cittadino. Competizione elettorale a cui Messina parteciperà. «Mi sosterranno alcune liste civiche, il progetto è già avviato e non si fermerà certo per questo episodio», precisa.
Non è la prima volta che l’immobiliarista si cimenta con la politica locale: dal 1998 al 2008 è stato consigliere comunale mentre era sindaco Silvio Carota. «Durante legislature – vuole precisare Messina – che sono state lontane dallo schema di agire che ha contraddistinto gli anni più recenti». Il riferimento è alle ultime elezioni, vinte da Filippo Monforte. Legislatura durata poco e conclusa con lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiose.
A indagare adesso sono i carabinieri di Giarre. L’agenzia di Messina non dispone di telecamere di videosorveglianza. Ma alcune sono installate appena girato l’angolo, lungo la statale 114. «Ma non so se saranno sufficienti a individuare i balordi che hanno agito».
Nonostante l’episodio, il candidato sindaco assicura di «non avere paura» e di voler «proseguire la campagna elettorale». «Lo ritengo il gesto di pochi balordi che non condividono le mie posizioni politiche, ma questo non significa che tutto il paese abbia una struttura negativa. A Mascali – continua – vive tanta gente per bene, e che lavora. Non va giudicata un’intera collettività».
Ma il paese è davvero pronto a uscire da due anni di commissariamento? «Sì – risponde Messina – la svolta passa attraverso la democrazia e la buona amministrazione. Se questa parentesi dei commissari avrà portato conseguenze davvero positive dipenderà da come voteranno i cittadini. Io credo che sia stato un momento che ha messo in difficoltà chi operava in un certo modo sbagliato e ha permesso una parziale rinascita».
E guardando agli altri possibili candidati sindaci – se ne contano già 11 per un paese di 6mila abitanti – conclude: «Non so se tra di loro ce ne sia qualcuno ancora legato a un sistema sbagliato, ma so per certo che la mia candidatura non è gradita».
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