Marzamemi, la fogna si satura ed esplodono i tombini Ristoratori: «Comune assente, nessuna manutenzione»

«Abbiamo provato a chiamare agli uffici comunali, ma siamo stati rimbalzati da un centralino all’altro e a quel punto abbiamo pensato di fare da noi». La voce è quella di uno dei tanti ristoratori che, con il ritorno alla zona gialla, hanno riaperto i battenti dei locali in giro per la Sicilia. Tra le zone che maggiormente hanno attirato la voglia di normalità c’è senz’altro Marzamemi, la frazione marinara del territorio di Pachino. La ripartenza da queste parti è stato meno felice di quello che ci si aspettava. «Sono saltati i tombini della fogna e ci siamo ritrovati con i reflui tra i piedi – denuncia l’uomo – All’origine di tutto c’è la totale assenza di manutenzione, qualcosa che diventa ancora più grave se si considera che la data per le riaperture era già nota da settimane».

A guidare il Comune di Pachino al momento non c’è un sindaco. Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, l’amministrazione dell’ente locale è ancora affidata ai commissari prefettizi. In attesa di tornare al voto, tuttavia, residenti e imprenditori speravano comunque in un aiuto che, considerato l’argomento, non dovrebbe rappresentare un servizio straordinario. «Un tempo lo spurgo avveniva settimanalmente, adesso è da tempo che ci sentiamo abbandonati – prosegue il ristoratore – Ed è per questo che ieri ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di pensarci noi». 

Stivali, palette e il costo di un intervento di una ditta specializzata hanno consentito di ripulire l’area. «Grazie al contributo di ognuno è stato possibile rientrare dai disagi in poco tempo, già ieri sera è stato possibile riaprire, dopo ovviamente avere sanificato i locali», sottolinea il ristoratore. Guardando avanti, l’auspicio è che gli interventi che potrebbero essere necessari a monte della rete fognaria vengano effettuati per evitare uno spiacevole bis. «Qualche locale è stato seriamente danneggiato, perché le pompe utilizzate dalla ditta avevano una forza che ha fatto saltare qualche tubo. Quello che chiediamo – conclude – è soltanto di potere tornare a fare il nostro mestiere dopo mesi particolarmente difficili».

Simone Olivelli

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