Marsala, indagine della Procura sui servizi sociali Nel mirino presunti interessi di politici e funzionari

Un’indagine è stata avviata dalla procura di Marsala sulla gestione dei Servizi sociali al Comune. I carabinieri si sono recati sia negli uffici dei Servizi sociali del Comune, che a Palazzo VII Aprile, sede del Consiglio comunale. In questa seconda sede, i militari si sono fatti consegnare copia dei verbali delle riunioni della commissione d’inchiesta consiliare istituita dall’assemblea cittadina proprio per fare luce sul funzionamento dei servizi sociali. 

Una commissione voluta dal consigliere Daniele Nuccio, del gruppo di sinistra “Cambiamo Marsala”, che poi l’ha anche presieduta, fino ai primi dello scorso dicembre, quando si è dimesso denunciando l’ostruzionismo di diversi componenti della stessa commissione, nonché degli uffici che avrebbero dovuto mettere a disposizione le carte da esaminare o rispondere ai quesiti posti. 

“In un territorio così complesso – dichiarò Nuccio dopo le dimissioni – con la riscontrata sempre attuale capacità di infiltrazione nella pubblica amministrazione di poteri criminali, ritenevo che il nostro piccolo contributo potesse risultare utile al fine di ribadire con forza i concetti di trasparenza e legalità, principi che devono essere bussola del nostro agire quotidiano. Sono convinto che le risultanze del lavoro fin qui svolto debbano essere trasferiti alla Procura per il tramite dell’Arma dei Carabinieri”. 

L’indagine della magistratura riguarderebbe il modo in cui vengono distribuiti gli incarichi agli assistenti sociali, gli appalti aggiudicati alle diverse cooperative in tutti i servizi, dall’assistenza domiciliare agli anziani, alla formazione delle graduatorie, fino all’assistenza ai minori non accompagnati. E i riflettori sarebbero puntati sul doppio ruolo di funzionari della pubblica amministrazione e politici che hanno avuto un interesse per alcune cooperative, sulla selezione di alcuni assistenti per dei progetti del Comune effettuata a discapito dell’evidenza di alcuni curriculum presentati, sui legami di parentela tra alcuni professionisti selezionati e funzionari del Comune e politici locali, sul ruolo di alcuni consiglieri comunali in coop o enti del terzo settore che si occupano di assistenza. I reati che potrebbero essere contestati vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione.

(Fonte: Ansa)

Redazione

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