Marsala, entro l’estate via ai lavori per il mega-porto Progetto da 75 milioni di euro che cambierà la città

Ormai superati tutti gli ostacoli amministrativi e burocratici (manca solo l’atto di concessione dell’area demaniale, dovrebbe essere una pura formalità), il progetto della Marsala Yachting Resort per un mega-porto turistico, il Marina di Marsala, con sistemazione anche del porto commerciale e peschereccio, viaggia a grandi passi verso l’avvio dei lavori. Il cantiere si dovrebbe aprire entro l’estate. 

La spesa, intorno ai 75 milioni di euro, sarà in compartecipazione tra pubblico e soggetto privato (Myr). Quest’ultimo, naturalmente, gestirà per lungo tempo (non è ancora stabilito ma si parla di 90 anni) il mega-scalo turistico, che si porrà come testa di ponte tra il Nord e il Sud del Mediterraneo, in una posizione, dunque, molto strategica. Approvato il 10 aprile 2014 dalla conferenza dei servizi istituita dal Comune, il progetto della Myr prevede oltre mille posti barca, anche per mega-yacht, e un’ampia offerta di servizi turistici. E cioè, un’area attrezzata con una serie di strutture per i diportisti (minimarket, club-house con piscina, piazza panoramica, negozi specialistici, ristorazione, lounge bar, teatro sul mare, spazi verdi e pista ciclabile) da realizzare nell’area, attualmente molto degradata, dell’ex Margitello

Il progetto prevede, però, anche la sistemazione complessiva dell’area portuale. Compreso lo scalo commerciale e peschereccio, che sarà spostato a sud. L’accordo di programma è stato firmato il 15 aprile dello scorso anno, a Marsala, dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, dal sindaco Alberto Di Girolamo, dal presidente della Myr Massimo Ombra, ingegnere e rampollo della più importante famiglia di industriali locali (ditta Ausonia, che produce gruppi elettrogeni e da quasi mezzo secolo vende ad Alitalia, Rai e paesi africani), dal comandante della Capitaneria di Porto di Trapani, Giuseppe Guccione, nonché dai dirigenti dei dipartimenti regionali dell’Ambiente (Maurizio Pirillo) e dell’Urbanistica (Salvatore Giglione). 

Il sindaco Di Girolamo la definì «una giornata storica» per la città, che nel porto, dal 1575 ad oggi, ha sempre avuto il suo punto debole. Adesso, dunque, Marsala sembra essere alla vigilia di una vera e propria svolta per la sua economia. «La ricaduta economica sulla città – dice Ombra – sarà immensa. Oltre ai 75 milioni di euro spesi nel bacino, Marsala avrà un porto che sarà veramente l’orgoglio per la Sicilia. La nuova, moderna e funzionale, struttura consentirà il naturale rilancio di tutte le attività che sono di compendio alla struttura portuale. Quindi non solo quelle turistiche ma anche quelle commerciali nell’area mercantile, quelle del trasporto delle persone nella zona degli aliscafi, quelle della pesca nell’apposito spazio previsto. Ognuno potrà operare con dignità, per le proprie competenze professionali in una struttura moderna ed efficiente». 

Il Marina di Marsala sarà realizzato su una superficie complessiva di 316mila 863 metri quadrati, di cui 220mila 503 di specchi acquei e 96mila 360 metri quadri di aree a terra. «Prima dell’estate, salvo intoppi burocratici – continua Ombra – sarà posata la prima pietra e nei primi mesi del 2018 pensiamo di ultimare l’area che ospiterà le imbarcazioni dedite alla pesca, che sarà realizzata dove oggi si trova il porticciolo turistico (con annessi i magazzini e il mercato del pesce fresco). Contestualmente, sarà realizzata la diga antimurale che ospiterà il traffico merci. Non appena ultimate queste due operazioni, si interverrà nella parte restante del bacino portuale per renderlo idoneo al turismo nautico internazionale per imbarcazioni d’altura, fino a cento metri di lunghezza, nonché la realizzazione di tutti quei servizi per la nautica da diporto ed i turisti». 

Alle opere interne all’area portuale, si dovrebbero aggiungere le infrastrutture, di competenza pubblica, per collegare al meglio il porto alla città. «Così come previste dal nuovo piano regolatore del porto di Marsala – precisa il rappresentante della Myr saranno realizzati, per 27 milioni di euro: il completamento della banchina di riva, il raddoppio della carreggiata del lungomare, il dragaggio nella zona antistante, l’ultimazione dell’area mercantile con un ulteriore prolungamento di 120 metri della banchina per il transito merci, e il riferimento della mantellata della banchina di Levante (il molo foraneo che riparerà il porto dallo scirocco e dall’afflusso dei detriti)». 

L’opera è stata interamente finanziata? «Stiamo lavorando su questo – risponde l’imprenditore -. Ricordiamoci che stiamo operando su un progetto di 75 milioni di euro di cui la Regione Siciliana interviene in solido solo per 27 milioni di euro. La restante parte, 48 milioni di euro, grava sulla Myr. In dicembre abbiamo ricevuto da Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A) un finanziamento per 25 milioni di euro, parte a fondo perduto e parte a tasso agevolato. Quindi il 50 per cento dell’iniziativa è coperta dai nostri fondi, sulle altre parti ci stiamo continuando a lavorare». Si spera, in particolare, nell’arrivo di finanziatori anche stranieri.

Antonio Pizzo

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