Condannato per concussione a 5 anni e mezzo di reclusione dal Tribunale di Marsala, un maresciallo dei carabinieri, Martino Martellotta di 53 anni, in passato in servizio anche alla sezione di pg della procura marsalese, nonché a Mazara, Paceco e Alcamo, è passato al contrattacco.
Il sottufficiale dell’arma, attualmente sospeso dal servizio e al 50 per cento dello stipendio, ha presentato alla stazione dei carabinieri di Erice, centro in cui risiede, una denuncia in cui afferma che da una delle intercettazioni acquisite nel processo a suo carico emergerebbe che a Mazara (città nella quale, secondo l’accusa, Martellotta avrebbe chiesto denaro a imprenditori per favorire il dissequestro di edifici aziendali e aree che prima aveva sequestrato per abusivismo edilizio e violazioni di natura ambientale) altri appartenenti alle forze dell’ordine avrebbero intascato denaro, o comunque avuto altri benefici, in cambio di controlli non tutti a sorpresa.
Ma su quanto emerso da queste intercettazioni, denuncia il maresciallo Martellotta, «non risulterebbero svolti accertamenti volti alla identificazione di soggetti appartenenti alle forze dell’ordine, nonostante l’obbligatorietà dell’azione penale». L’intercettazione, scrive il sottufficiale nella sua denuncia, inviata anche alla procura di Caltanissetta e al ministero della Giustizia, è quella in cui l’imprenditore edile mazarese Fabrizio Vinci, 48 anni, arrestato dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell’ambito dell’operazione antimafia Visir e attualmente sotto processo davanti il tribunale di Marsala, parlando con Angelo Fanella, il 14 marzo 2012, dice: «Asfaltatemi qua!… Si fa il pieno della macchina… Non è questo il problema».
Frasi pronunciate in un contesto che sembra fare riferimento a rapporti con appartenenti alle forze dell’ordine incaricati di effettuare controlli su alcune imprese. Fabrizio Vinci è il principale accusatore di Martellotta. Il militare condannato lo scorso 26 luglio per concussione (ma assolto dall’accusa di abuso in atti d’ufficio) denuncia, inoltre, anche il fatto che «le trascrizioni delle intercettazioni delegate dalla Dda di Palermo n. 21173/2011 sarebbero trascritte in palese ritardo, anche di 15 giorni». Circa i sequestri effettuati, poi, Martellotta afferma che la maggior parte di questi controlli non sono stati svolti di sua iniziativa, ma su delega dell’autorità giudiziaria o su segnalazione della centrale operativa dei carabinieri di Mazara.
Insomma, non sarebbe stato lui a prendere di mira gli imprenditori che lo hanno accusato. Il militare, infine, rileva una serie di presunte irregolarità o omissioni. «Non risultano essere stati svolti accertamenti per la identificazione di tale Matteo che il 16 febbraio 2012 fu intercettato mentre parlava con Vinci Fabrizio» nell’indagine svolta a suo carico e afferma la sua innocenza.
(Fonte: Ansa)
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