Marsala, buco finanziario Cantina San Francesco Denuncia di piccoli viticoltori, a processo i vertici

Come se già non fosse sufficiente la grave crisi che sta strozzando la base del settore vitivinicolo (da anni, gli agricoltori sono costretti a tirare sempre più la cinghia), i circa mille soci della Cantina sociale San Francesco devono fare i conti, in perdita naturalmente, persino con alcuni mancati incassi. Quelli relativi alla vendemmia del 2012, per la quale ancora attendono l’intero compenso. A distanza di parecchio tempo da quella vendemmia, infatti, hanno finora incassato solo una parte di quanto loro spettante. 

E così, dopo avere lungamente atteso e chiesto inutilmente il saldo alla presidente del cda, Silvia Luisa Montalto, 102 soci si sono rivolti a un legale (l’avvocato Pietro Saladino) per presentare un esposto-denuncia alla Procura di Marsala, che adesso ha disposto la citazione diretta a giudizio, per appropriazione indebita, della Montalto e dell’attuale presidente, Biagio Valenti. Entrambi sono marsalesi. 

Il buco finanziario è notevole: un milione e 680mila euro. L’indagine è stata svolta dalla Guardia di finanza. La contestazione più rilevante è mossa alla Montalto, presidente del cda della cantina San Francesco dal 30 gennaio 2007 al 7 agosto 2014. A lei si contesta, infatti, un’appropriazione indebita di un milione e 321mila euro. Il processo, davanti il Tribunale di Marsala, inizierà il 18 maggio ed è assai probabile che buona parte dei viticoltori che hanno sporto denuncia, rappresentati dagli avvocati Pietro Saladino e Leonardo Laudicina, chiedano di costituirsi parte civile

Altra richiesta potrebbe essere quella del sequestro conservativo dei beni della cantina, che sarebbe in fase di acquisizione da parte delle Cantine Ermes di Santa Ninfa. Un vero colosso, quest’ultimo, del settore vinicolo in provincia di Trapani, capace di acquistare, a prezzi non certo alti, notevoli quantità di vino grezzo dalle altre cantine sociali, per poi imbottigliarlo o rivenderlo a prezzi maggiorati

Nell’esposto presentato dai 102 soci della San Francesco nell’ottobre 2014, si sottolinea che già alla fine del 2010 «il risanamento del conto economico promosso dal consulente ragionere Bucaria si realizza con grave esborso pecuniario dei soci». Insomma, anziché intascare denaro per le uve ammassate, i viticoltori hanno dovuto mettere mano al loro portafogli per sanare «una condizione debitoria accumulata negli anni precedenti». E per questo, si continua nell’esposto, «è difficile capire l’attuale catastrofe finanziaria a partire da quella data; e dunque nel giro di pochissimi anni». Che fine hanno fatto i soldi spettanti ai viticoltori? È quanto si dovrà accertare nel processo.  

Riceviamo e pubblichiamo, in data 28 marzo, la richiesta di rettifica da parte delle Cantine Ermes:

Le affermazioni in oggetto, gravi e lesive della nostra immagine, che riportiamo a seguito “[.,.] Cantine Ermes di Santa Ninfa. Un vero colosso, quest’ultimo, del settore vinicolo in provincia di Trapani, capace di acquistare, a prezzi non certo alti, notevoli quantità di vino grezzo dalle altre cantine sociali, per poi imbottigliarlo o rivenderlo a prezzi maggiorati”, non corrispondono alla realtà dei fatti. L’affermazione “prezzi di certo non alti” è pretenziosa, frutto di valutazioni soggettive dello scrivente e non di una oggettiva, dimostrabile ed univoca corrispondenza col prezzo di mercato delle uve. Se questo di per sé non fosse sufficiente, comunque, il giornalista non ha appurato un dato molto semplice: Cantine Ermes non acquista vino sul mercato da circa tre anni, fatto dimostrabile ed incontrovertibile. Non acquistandole i loro prezzi non possono essere né bassi, né alti.

Antonio Pizzo

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