La droga era abilmente occultata nelle paratie del vano motori del peschereccio Arizona, di circa 22 metri, ma gli uomini della squadra mobile di Catania hanno tratto in arresto i fratelli Giuseppe e Sebastiano Costanzo e Sandro Mirabella. Laccusa per i tre – i primi due armatori del peschereccio destinato alla pesca del tonno – è di traffico di stupefacenti. A bordo della nave su cui sono stati fermati, infatti, sono stati trovati quasi mille e 500 chili di marjiuana in involucri di cellophane trasparente: alcuni del peso di circa un chilo, altri di circa otto chili. «Abbiamo avuto una soffiata e a seguito di approfondite indagini siamo riusciti a bloccare anche questo carico nellambito delle nostre attività volte a frenare il fenomeno del trasporto degli stupefacenti via mare», afferma il dirigente della squadra mobile, Antonino Salvago.
Un sequestro importante che sembra in qualche modo legato a quello di oltre due tonnellate che ha portato allarresto di otto persone, poco più di un mese fa. Avendo bloccato quel carico si doveva provvedere a rifornire la città, così «la nostra attenzione è rimasta alta come sempre», aggiunge Salvago. Ma è la soffiata giunta alla squadra mobile ad avere fatto la differenza. «Personale della sezione antidroga apprendeva che un peschereccio della marineria di Ognina era partito alla volta delle coste albanesi per rifornire un grosso carico di stupefacenti», riferiscono gli inquirenti.
Intensi i controlli nei porti di Capomulini, Acitrezza e Ognina ed è proprio da qui che il 16 maggio il peschereccio Arizona salpa in direzione Albania. La svolta avviene ieri quando «per lapprossimarsi del rientro di alcuni pescherecci, venivano effettuati mirati servizi di osservazione», fanno sapere dalla squadra mobile. È lelicottero Augusta 139 ad avere individuato nel tratto calabrese del mar Jonio il natante che è stato accompagnato dalla pilotina della squadra nautica fino al porto di Ognina, per poi essere trasferito in quello di Catania.
I tre arrestati, di cui due già conosciuti alle forze dellordine per altri reati, sono adesso nel carcere di piazza Lanza. «Crediamo che dietro questo ingente traffico ci sia la mano della mafia, ma gli arrestati non hanno precedenti per questo tipo di reati». Sebastiano Costanzo è pregiudicato per il reato di estorsione, Sandro Mirabella per reati contro il patrimonio, mentre Giuseppe Costanzo risulta incensurato.
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