Maria Mattarella come segretario generale e Patrizia Monterosso al vertice della Fondazione Federico II. Sono le due nuove nomine decise da Nello Musumeci, per la prima, e Gianfranco Miccichè, per la seconda.
Mattarella, figlia dell’ex presidente della Regione Piersanti ucciso nel giorno dell’Epifania del 1980 e nipote del Capo dello Stato Sergio Mattarella, è stata nominata ieri dalla giunta di Nello Musumeci. Laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti nel 1986 e avvocato dal 1995, è alla Regione dal 1993 dove ha sempre fatto parte dell’ufficio legislativo e legale che ha guidato dall’aprile dell’anno scorso. Ora il nuovo incarico.
Mattarella sostituisce proprio Monterosso nel ruolo di segretario generale. Che invece viene nominata alla guida della Fondazione Federico II. Scelta comunicata nel corso dell’ultima riunione del consiglio di presidenza dell’Ars.
«L’ennesima vergogna della coppia Musumeci-Miccichè – attacca il Movimento 5 stelle -. Riesce perfino difficile – afferma Giancarlo Cancelleri, che in qualità di vicepresidente dell’Ars ha partecipato alla seduta nel corso della quale è stata comunicata la nomina –. La Monterosso praticamente esce dalla porta per rientrare dalla finestra, quando buon senso avrebbe imposto il suo allontanamento definitivo da qualsiasi poltrona collegata direttamente o indirettamente alla Regione. Proprio nei giorni scorsi il procuratore della Corte dei Conti Albo ha chiesto alle giunte Lombardo e Crocetta un risarcimento di quasi un milione di euro per la nomina dell’ex segretario. Senza contare che la Monterosso è stata pure condannata, sempre dalla magistratura contabile, ad un risarcimento di quasi un milione e 300mila euro per la questione degli extrabuget della formazione professionale e che sempre per questa questione è imputata per peculato con una richiesta di condanna a quattro anni».
«La cosa gravissima – continua Cancelleri – è che questa nomina è avvenuta con l’avallo di Musumeci. Quando abbiamo chiesto spiegazioni a Miccichè, infatti, lui ci ha risposto che l’operazione è stata concordata col presidente della Regione, cioè con colui che in campagna elettorale aveva detto chiaramente che avrebbe allontanato la Monterosso. Se questo significava soltanto spostarla di poltrona avrebbe dovuto specificarlo ai siciliani cui ha chiesto il voto e che ancora una volta sono stati vergognosamente ingannati».
Anche Claudio Fava punta il dito contro la nomina di Monterosso, decisione definita «inopportuna e che non tranquillizza chi sperava di veder proseguire l’opera di risanamento economico e di crescita dell’offerta culturale della fondazione Federico II. Temiamo che da oggi la fondazione – sottolinea Fava – torni ad essere merce di scambio, asservita a interessi privati e ad equilibri di potere».
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