La foce del fiume Alcantara è «fortemente inquinata». Così come lo sbocco dello scarico fognario all’inizio del lungomare Galatea, nei pressi della statua di padre Pio, ad Aci Castello. Inquinamento «entro i limiti», invece, alla spiaggia libera numero 1 del lungomare della Playa di Catania. Sono i dati di Goletta verde che riguardano il capoluogo etneo e che fotografano, come ogni anno, lo stato di salute del mare italiano. Stavolta l’attesa dei risultati dei campionamenti, che sono stati diffusi questa mattina, aveva un motivo in più: l’attenzione sulle acque del mare suscitata dalle inchieste della procura catanese sulla depurazione delle acque reflue e sul funzionamento degli impianti comunali.
Gli approfondimenti della magistratura sono partiti da una zona della costa piuttosto frequentata dai bagnanti: il lungomare Sant’Anna nel Comune di Mascali, dove il torrente Macchia si mischia con il mare.
Ma senza che le acque nere siano del tutto depurate, a causa di un eccesso di liquami che arriva nei bacini del depuratore consortile, poi sequestrato dalle forze dell’ordine. L’ultimo capitolo della maxi-indagine, come anticipato da MeridioNews, riguarda proprio i depuratori – sia quelli del Messinese sia quelli etnei – che scaricano nell’Alcantara. Alla cui foce, secondo gli attivisti del programma speciale di Legambiente, i parametri microbiologici considerati superano di più del doppio quelli consentiti dalla legge sulla balneabilità delle acque.
Nel report di
Goletta verde si parla della presenza di «enterococchi intestinali ed escherichia coli», vale a dire batteri fecali che inquinano le acque in cui i cittadini fanno il bagno. «Vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge – spiega Mariateresa Imparato, portavoce di Goletta Verde – Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare». Una situazione già nota ai residenti del Catanese: lo scarico fognario nei pressi del castello di Aci Castello, per citarne uno, è da anni al centro delle cronache locali e nazionali. Discorso simile vale per li litorale sabbioso di Catania: sulle acque reflue che finiscono in mare è stato di recente il partito Sinistra italiana a presentare un esposto alla procura etnea, denunciando per omissione d’atti d’ufficio il sindaco Enzo Bianco. Secondo i campionamenti di Legambiente, però, lì i valori batterici sarebbero nella norma.
I prelievi, spiega lo staff di
Goletta verde, sono stati effettuati tra il 4 e l’8 luglio 2016. «I campioni per le analisi microbiologiche – spiega Legambiente in una nota – sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, conducibilità / salinità)». Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione. Ed è così che in Sicilia i tecnici dell’associazione ambientalista si sono fermati in 26 spiagge. In 17 delle quali l’esame ha dato per risultato il verdetto di «mare fortemente inquinato».
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