«Non possiamo appoggiare le scelte di un partito che ha ignorato i giovani nella compilazione delle liste per le prossime elezioni per la Camera». Marco Consoli, presidente del Consiglio comunale di Catania, ha lasciato il Partito dei Siciliani. Da domani farà quindi parte del gruppo misto e, a confermare l’indiscrezione, che circolava da giorni tra i «ben informati» della politica di palazzo degli Elefanti, è arrivata prima una comunicazione ufficiale dall’ufficio stampa del Comune, seguita da una nota congiunta di nove giovani consiglieri di Catania e di vari comuni etnei, tutti vicini politicamente a Consoli e solidali nella sua scelta di lasciare il partito di Raffaele Lombardo. Che, con l’occhio già alle prossime elezioni comunali e provinciali di maggio, sembra adesso sembra in bilico tra un’adesione all’Udc o a un passaggio al centro-sinistra, nelle fila del Megafono del presidente della Regione Rosario Crocetta.
«Non possiamo condividere il percorso di un partito che, pur di garantire la propria permanenza al potere, si è alleato con Berlusconi e la Lega Nord, sacrificando il proprio progetto politico», dichiarano. Sono Francesco Trichini, 30 anni, consigliere comunale di Catania, Matteo Marchese, 34 anni, vice presidente del consiglio comunale di Misterbianco, Mario Pulvirenti, 32 anni, consigliere comunale di Sant’Agata Li Battiati, Giulio Pasqualini, 27 anni, consigliere comunale di Tremestieri Etneo, Carmelo Mazzella, 28 anni, consigliere comunale di Pedara, Seby Lombardo, 36 anni, consigliere comunale di Augusta, Mirko Ragusa, 34 anni, consigliere della terza municipalità di Catania, Maria Maugeri, 31 anni, consigliere della quinta municipalità, e Agatino Lanzafame, 26 anni, consigliere della sesta municipalità.
«Da diversi mesi, ormai, gli organi di democrazia interna del Pds-Mpa non svolgono la loro funzione», afferma Marco Consoli che, forte di quasi cinquemila preferenze personali alle scorse elezioni regionali, sperava in una maggiore considerazione per un posizionamento nel listino della Camera. «Le scelte politiche sono state fatte senza tenere conto dellopinione della base e delle decine di giovani amministratori che ogni giorno si spendono al servizio del proprio territorio. Così si mortifica il merito – continua Consoli – e si sacrifica il progetto politico del partito, trasformandolo in una scialuppa di salvataggio per pochi cooptati».
Adesso, a giustificare un abbandono a pochi giorni dalle elezioni politiche, dove sarebbe stato più semplice attendere l’esito delle elezioni nazionali per il Mpa-Pds per un eventuale annuncio, si inseriscono le speculazioni sul futuro di Marco Consoli e dei giovani consiglieri che lo appoggiano. E l’ipotesi di una clamorosa candidatura alla presidenza della Provincia del trentacinquenne Consoli, in uno scenario che verrà chiarito solo dopo il 25 febbraio, non sembra nemmeno così peregrina.
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