“Cannibalismo politico”. Dario Marasà, il candidato al consiglio comunale di Palermo, nella lista ‘Ora Palermo per Ferrandelli’, definisce così gli attacchi partiti da Facebook nei sui confronti. Come vi abbiamo raccontato ieri, sul social network da settimane si rincorrono le voci che raccontano della vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto nel 2000. Voci che si sono intensificate in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Ieri contattato da LinkSicilia, Marasà ha replicato dicendo semplicemente:”Sono incensurato”.
Oggi lo abbiamo incontrato. Ci ha ringraziato per avergli chiesto una replica. Si è mostrato gentile, ma arrabbiato per quello che considera “un attacco indegno”. Ci ha mostrato il certificato elettorale del casellario giudiziale rilasciato il 24 febbraio scorso. Che attesta che nella Banca dati del casellario giudiziario non risulta nulla che lo riguardi. Il foglio, insomma è immacolato. Ci ha portato anche la copia della sentenza, depositata il 10 novembre scorso, in cui si dichiara il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, sul caso relativo al giro di prostituzione. E poi dice la sua: “Sono sicuro che questi attacchi arrivano da miei ex amici, magari oggi candidati nella mia stessa coalizione. Insomma qualcuno che mi teme”. Una prova di questa ipotesi sarebbe il silenzio: nessuno lo ha difeso, né su Facebook, nè sulla stampa. “Non mi riferisco certo a Ferrandelli che meglio stia fuori da queste cose, anche perchè questo attacco era rivolto pure a lui. Ma io ribadisco: ho scelto di appoggiare Ferrandelli perché lo ritengo una persona seria ed equilibrata. Non mi interessando né i partiti, né le coalizioni”.
Marasà non nasconde amarezza: “Non è questo il modo di fare politica, né di competere. Tirare fuori queste storie quando la rogna, quella vera, è altrove e rischia di tornare dentro Sala delle Lapidi, mi sembra incredibile. Mi chiedo poi” aggiunge il candidato “come mai si è tirata fuori questa storia e non le vicende giudiziarie che mi hanno coinvolto sul fronte delle cooperative sociali? Per inciso, sono sempre stato assolto, anche in questi casi. Ma, evidentemente, tra questi signori che mi attaccano, c’è qualcuno a cui non conviene tirare fuori questo capitolo. D’altronde avendo lavorato con le cooperative so benissimo quello che hanno fatto e capisco che non vogliono che si ricordi”. La conversazione si conclude con un po’ di pessimismo: “Queste cose mi confermano che per cambiare la mentalità politica a Palermo serviranno ancora decenni. Ho deciso di non fare più campagna elettorale, anche se si tratta dell’ultima settimana. Chi vuole votarmi, già mi conosce. Sa benissimo che mi sono candidato per cambiare le cose. Non ho promesso nulla. E le assicuro che ne ho visto di tutti i colori: c’è chi paga e chi continua a promettere posti di lavoro”.
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