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Per i napoletani è diventato un santo, una divinità». È con queste parole che Gigio Rosa, l’ex speaker dello Stadio San Paolo, ha descritto ai microfoni di Radio Fantastica Rmb la mano de dios Diego Armando Maradona morto due giorni fa a 60 anni e a cui, adesso, sarà intitolato lo stadio. «Quando è arrivato Maradona, Napoli aveva alle spalle un periodo molto duro. Lui ha gettato un secchio d’acqua fredda sul fuoco ed è stato visto come l’uomo del riscatto sociale, della dignità».
Maradona è stato un personaggio anche divisivo: non solo campione ma anche persona che non sempre è stata definita un modello, specie per i più giovani. «Quello che resta sono le emozioni che una persona riesce a dare attraverso la sua arte – ha sottolineato Rosa – quella di Maradona era il calcio. Tutto quello che riguarda la vita privata e gli errori, che ha ammesso e pagato, non può essere un neo, ma solo colore. Ci restano le grandi gesta e le gioie che ha saputo dare».
A ricordare uno dei più grandi campioni del calcio è stato anche
Italo Cuomo, per oltre vent’anni fotografo ufficiale del Napoli Calcio e anche fotografo personale di Diego Armando Maradona. «È stato per me più di un amico e lo stesso io per lui».
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