«Stiamo inserendo all’interno del nuovo bilancio la cifra di 50mila euro per sostenere la programmazione del teatro Massimo Bellini». Il sindaco di Catania Salvo Pogliese oggi ha ufficializzato la previsione di un nuovo contributo per dare supporto al cartellone del teatro, da mesi finito sotto l’occhio del ciclone. L’obiettivo? Scongiurarne la messa in liquidazione dell’ente lirico regionale. La somma prevista dall’amministrazione comunale dovrebbe provenire dall’introito generato dalla tassa di soggiorno.
A questi soldi si aggiungerebbero i 13 milioni e 400mila euro l’anno di fondi regionali, frutto dell’accordo raggiunto tra il governatore Nello Musumeci e le sigle sindacali. Ma, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. A preoccupare lavoratori e maestranze ci sono i tempi dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) e del suo presidente Gianfranco Micciché ad approvare al più presto l’erogazione dei fondi. «Perché il teatro vive di briciole – ricorda Loretta Nicolosi della Cgil –, adesso abbiamo bisogno di un contributo importante». Senza l’approvazione del documento collegato alla finanziaria regionale, infatti, non ci sono soldi a partire dal 2021. Uno zero nel bilancio che, per maestranze e sindacati, è sinonimo di abbandono.
Per questo, nonostante la pioggia di oggi pomeriggio, quella che doveva essere una marcia con partenza da piazza Stesicoro e arrivo in piazza Università, si è trasformata in un vero e proprio spettacolo degno dei migliori palcoscenici tra le mura del teatro Sangiorgi di via Sangiuliano. Spettacoli danzanti ed esibizioni coinvolgenti sono stati i veri protagonisti della serata. A intrattenere il pubblico gli allievi dell’Istituto musicale Bellini, del Bellini Ballet, i musicisti e i coristi del Massimo, e Giuseppe Castiglia. Tra le Istituzioni, oltre al sindaco, anche l’assessora alla Cultura Barbara Mirabella e i sindacati. Assente, invece, sebbene avesse dato la sua disponibilità, l’assessore regionale ai Beni culturali Manlio Messina.
«Sono quindici anni – spiega il segretario nazionale Fials, Enrico Scialla – che si tenta di destrutturare i teatri di tutta italia». Il rappresentante di Federazione italiana autonomie locali e sanità ha precisato che «i soldi che vengono dati alla cultura sono sempre meno e se prima i ministri sostenevano che con la cultura non si mangia, adesso dicono che la cultura è il volano dell’economia. Ma la situazione – aggiunge – è sempre la stessa».
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