E C’E’ DI PIU’: NON SOLO NON SI TOCCANO LE MEGA RETRIBUZIONI DIRIGENZIALI, MA SI PREVEDE DI AUMENTARE LE INDENNITA’ AI PRESIDENTI E, IN GENERALE, AGLI AMMINISTRATORI: DA 50 MILA EURO ALL’ANNO A 160 E, FORSE, A 250 MILA EURO ALL’ANNO!
Nella relazione che accompagna l’ultimo giudizio di ‘parifica’ della Corte dei Conti, tra le tante cose interessanti, ci sono due dati che potrebbe risultare interessante raffrontare. Si tratta del costo annuale degli operai della Forestale e del costo annuale delle società collegate alla Regione siciliana. Proveremo, di seguito, a ragionare su questi due elementi.
Il costo degli operai della Forestale, nel 2013 – comprensivo del Servizio antincendi – è pari a circa 275 milioni di euro. Il costo delle società collegate alla Regione, sempre nel 2013, è stato pari a circa 300 milioni di euro.
Nel caso degli operai della Forestale gli addetti dovrebbero essere tra 22 e 24 mila (i numeri, in questo settore, sono piuttosto ballerini). Mentre i dipendenti delle società collegate sono circa 7 mila e 500.
Salta subito agli occhi una differenza di non poco conto: gli addetti al Servizio nei boschi della nostra Isola sono più del triplo rispetto ai dipendenti delle società collegate. Ma queste ultime – le società collegate alla Regione – costano circa 25 milioni di euro in più!
Letta così, la cosa potrebbe far pensare che i dipendenti delle società regionali dovrebbero poter contare retribuzioni mensili triple rispetto agli addetti al Servizio forestale. Invece, a sorpresa, scopriamo che gli addetti delle società collegate alla Regione, in media, percepiscono retribuzioni medio basse.
Insomma: in media, i dipendenti di queste società percepiscono mille e 500 euro mensili, con punte che possono variare all’insù e all’ingiù.
A questo punto sorge spontanea una domanda: se i dipendenti delle società collegate alla Regione non percepiscono retribuzioni da favola come si arriva ad un costo annuo di 300 milioni di euro?
L’inghippo sta nella dirigenza di queste società collegate alla Regione. E nei rapporti tra la dirigenza di queste società e la politica.
Ricordiamo che, nel 2009, l’Ars ha approvato una legge che ha ridotto a un massimo di 50 mila euro annui le retribuzioni dei presidente e, in generale, degli amministratori di queste società regionali. Queste legge, però, non riguarda i dirigenti di queste società.
Ma questo spiega solo in parte il costo di 300 milioni di euro annui. Una seconda parte dell’inghippo – fino ad oggi mai venuta fuori – sta nei contratti dei dirigenti, dei quali, ancora oggi, si conosce tutta la verità.
E quale potrebbe essere la verità? Che trattandosi di società per azioni, il ‘tetto’ per questi dirigenti potrebbe essere relativo. Ci potrebbe essere un contratto, come dire? all’ ‘affacciata’. A questo, poi, si potrebbero sommare contratti ‘sommersi’ che non vengono resi noti.
Facciamo solo un esempio, tenendo conto che non è l’unico caso. Ricordiamo il caso di Sicilia e Servizi, gestione precedente all’arrivo di Antonio Ingroia. Nella passata gestione erano noti i contratti, piuttosto generosi, erogati ai dirigenti di questa società.
Ciò posto, una domanda: che si sta facendo per abbattere il costo di 300 milioni di euro all’anno? Semplice: si sta cercando di colpire il ‘muro basso’, cioè i semplici dipendenti, ma non i dirigenti.
Per Riscossione Sicilia spa – ad esempio – il Governo di Rosario Crocetta ha deciso di trattenersi una parte della retribuzione. Un atto unilaterale che colpisce tutti i dipendenti e non soltanto gli alti dirigenti di questa società.
Insomma, il tentativo di ridurre i costi delle società partecipate dalla Regione c’è: ma non sembra che il tentativo riguardi la vera natura di questi costi esorbitanti – e cioè le retribuzioni dei dirigenti, che sono un’esigua minoranza – ma tutti i dipendenti che, come già accennato, percepiscono retribuzioni medio-basse.
Di più: per quattro società regionali – guarda caso quelle dove gli amministratori sono tutti vicini all’attuale Governo regionale – si vorrebbe, addirittura!, andare in deroga alla legge regionale del 2009. La motivazione – con i tempi che corrono – è allucinante: questi e solo questi amministratori di queste quattro società regionali non possono guadagnare 50 mila euro all’anno: è troppo poco!
Da qui il tentativo – inserito in un articolo della terza manovra finanziaria in discussione, in queste ore, nella Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars – di innalzare le retribuzioni degli amministratori di queste quattro società regionali, non abbiamo capito se per portarle a 160 mila euro all’anno o a 250 mila euro all’anno! Una totale follia, trattandosi di società non sempre in attivo (anzi).
Così, sempre in queste ore, assistiamo al paradosso: come abbiamo scritto stamattina, mancano 70-80 milioni di euro (e forse di più) per coprire il fabbisogno degli addetti alla tutela dei boschi della Sicilia (parliamo anche del Servizio antincendio!). E mentre succede tutto questo si tenta di aumentare le retribuzioni ai presidenti e, in generale, agli amministratori delle società collegate alla Regione. E non si incide minimamente sul costo delle retribuzioni dei dirigenti di queste società regionali!
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