«Si comunica che in data odierna l’ingresso al pubblico è sospeso fino alle ore 13.00, a causa della mancanza del regolare numero degli assistenti bagnanti». Sono le 8 del mattino quando il Comune di Palermo annuncia nella propria pagina la chiusura della piscina comunale. Il motivo è sempre lo stesso: l’annosa carenza dei bagnini. Una comunicazione in cui l’amministrazione, e non è la prima volta, punta il dito direttamente sui lavoratori. Un modo di agire che non va giù a Nicolò Scaglione, segretario generale aggiunto della Csa Palermo.
«Il personale continua a diminuire e si sente demotivato, e l’amministrazione che fa? Accusa i lavoratori. È un modo di agire che rigettiamo – dice il sindacalista -. Da quando sono nati i lavoratori part time non c’è mai stata la volontà di assumerli a tempo pieno. E la colpa della piscina chiusa sarebbe la loro? I lavoratori chiedono la stabilizzazione e gli si dà il contentino di uno straordinario. Col paradosso che siccome sono pochi gli si chiede di fare gli straordinari, che poi non vengono pagati ma trasformati in ore di recupero che si accumulano sempre più».
E mentre le proteste dei lavoratori si susseguono un servizio pubblico viene nuovamente sospeso. Il Comune da tempo pensa ad altre alternative, come il coinvolgimento dei bagnini delle società sportive. Una soluzione che Scaglione rigetta. «Questa è l’ennesima buffonata – è il suo commento -, da un lato la giunta dice di voler mantenere tutti i servizi pubblici, dall’altra dicono di voler ricorrere al bagnino privato. Ma la responsabilità in ogni caso di chi sarebbe? Li si assuma allora, o almeno dia il servizio ai privati, ma non si utilizzino queste alchimie. Noi al momento vediamo solo uno stallo completo. Si fanno cose a macchio di leopardo. Nessuno ad esempio ha mai fatto una programmazione del personale per collocare le persone dove servono».
La vertenza della piscina comunale va avanti da oltre un anno. E secondo Scaglione è un esempio di come viene gestita la macchina amministrativa. «Siamo sotto i seimila dipendenti, non abbiamo gente in tantissimi reparti, questi sono ambiti in cui il Comune non può fare orecchie da mercante. Non ci sono speranza a breve termine. L’amministrazione si è concentrata più sulle partecipate e ha tralasciato quasi del tutto i dipendenti comunali, che vanno avanti a forza di espedienti. La piscina è modello di questo modo di agire. Tempo fa il Comune ha chiesto una manifestazione di disponibilità per nuovi posti di bagnino. Si sono fatte avanti decine di persone. Ma per ottenere il patentino servono corsi di formazione professionali, serve tempo. E intanto i disservizi restano».
Dopo la chiusura di oggi della piscina il Comune intanto annuncia una nuova sospensione per sabato e domenica, «al fine di consentire lo svolgimento delle gare programmate».
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