È stato inserito nella rete ospedaliera targata da Ruggero Razza lo scorso febbraio, ma ad oggi è rimasto lettera morta. È il trasferimento del reparto di cardiochirurgia pediatrica dal presidio ospedaliero di Taormina all’Arnas Civico di Palermo. Il reparto, salvo aggiustamenti, c’è. Ed è quello che un tempo era guidato da Carlo Marcelletti. Il concorso per la posizione di primario pure. Ma resta tutto fermo per via della mancata firma del contratto da parte dei manager della sanità, senza la quale non possono nominare i direttori sanitari e amministrativi, facendo così ripartire gli ingranaggi della sanità siciliana. Una vicenda paradossale, che ha portato la commissione Sanità all’Ars ad occuparsi dello strano caso della cardiochirurgia pediatrica.
«Un tema – secondo il deputato dem Concetto Arancio, componente della commissione – che si protrae da un sacco di tempo e rispetto al quale l’organismo parlamentare ha deciso di portare avanti un approfondimento per aiutare il direttore generale a superare le criticità riscontrate». Il reparto si trova a Taormina per via di una convenzione col polo di alta specializzazione Bambin Gesù di Roma, che si è impegnato a trasferire il know how agli operatori. «Nel frattempo – aggiunge ancora Arancio – da quando è stato chiuso il reparto di Marcelletti a Palermo, anche le professionalità che lì erano state formate si sono disperse. Ma è utile che la cardiochirurgia pediatrica torni nel capoluogo, dove è possibile rintracciare con facilità anche i servizi di confine».
Sulla mancata firma del contratto da parte dei manager, invece, si è espresso con particolare durezza il sindacato Cimo, lanciando un appello al governo regionale affinché «normalizzi la governance della sanità in Sicilia». Secondo la ricostruzione del sindacato, infatti, la giunta regionale «dopo avere mantenuto in sella per un anno gli ex direttori generali, nominati dal governo Crocetta, in qualità di commissari, ha provveduto a nominare i nuovi commissari straordinari a fine 2018».
La situazione sembrava essersi sbloccata lo scorso marzo, quando la giunta regionale ha approvato il nuovo contratto dei manager. Ma, di rinvio in rinvio, quel contratto non è ancora stato firmato dai dirigenti generali. E senza l’ufficialità di quella sigla non si può, appunto, procedere alla nomina dei direttori sanitari e amministrativi delle aziende regionali. Così ecco che il sindacato torna a denunciare una «paralisi gestionale che è sotto gli occhi di tutti».
Dopo la denuncia del sindacato, l’assessore alla Salute Ruggero Razza aveva annunciato che i contratti sarebbero stati sottoscritti lo scorso 16 maggio. Ma ancora una volta si è assistito a un rinvio. Al quale ha fatto seguito una nuova ipotesi, questa volta per il prossimo martedì 21 maggio. Ma non sono in pochi a sostenere che con ogni probabilità bisognerà attendere l’esito delle urne per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles prima che i contratti siano realmente sottoscritti.
Ma è lo stesso assessore, inizialmente contattato senza esito da MeridioNews, a intervenire in mattinata: «Leggo su Meridionews che qualcuno avrebbe messo in correlazione il trasferimento della cardiochirurgia pediatrica e le firme dei contratti da parte dei manager, che avverranno domani. Tale affermazione è errata sotto ogni profilo. Chi si rende responsabile di tali correlazioni, prima di parlare si metta nei panni dei bambini, dei loro genitori e di quanti soffrono per loro la salute, che è una cosa seria».
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